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Estate di sangue

Cinzia Dal Pino e Katia Pereira, l’incredibile coincidenza che “lega” le donne che hanno ucciso con la loro auto in Versilia


	Cinzia Dal Pino e Katia Pereira Da Silva
Cinzia Dal Pino e Katia Pereira Da Silva

La prima è ritenuta responsabile del delitto in Darsena, l’altra è stata arrestata per aver investito e ucciso due studentesse e ferito altre cinque persone a Lido di Camaiore. Entrambe sono ai domiciliari

20 settembre 2024
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LIDO DI CAMAIORE. In quest’estate di sangue sulle strade di Viareggio e della Versilia capita l’incredibile coincidenza che nello stesso quartiere, a poche centinaia di metri l’una dall’altra, ci siano due donne entrambe agli arresti domiciliari per aver ucciso delle persone a bordo della loro auto.

Siamo nel quartiere viareggino dell’ex Campo d’Aviazione, da sempre definito placida sede della buona borghesia cittadina, ma ora sconvolto da due tragedie che nel giro di pochi giorni hanno riguardato due famiglie che vivono in zona. Famiglie profondamente segnate da eventi inimmaginabili, nemmeno nel peggiore degli incubi.

Katia Pereira Da Silva, 44enne italo-brasiliana adesso agli arresti per aver investito e ucciso due studentesse e ferito altre cinque persone, abita non lontano da Cinzia Dal Pino, la 65enne imprenditrice balneare finita sotto accusa per il delitto in Darsena. I viareggini, abituati a ironizzare su tutto, stavolta sembrano inebetiti di fronte a un simile concatenarsi di eventi luttuosi. Di solito in Versilia si festeggia la fine dell’estate, stagione turistica, ma stavolta non c’è niente da festeggiare. Nella vicina Camaiore, territorio in cui è avvenuto il terribile incidente costato la vita alle due studentesse tedesche Jasmine Bousnina, 18 anni, ed Elis Dönmez, 17, oggi è lutto cittadino.


Katia Pereira Da Silva, di origini sudamericane, è conosciuta in città. Soprattutto nell’ambito del commercio. Per qualche tempo ha lavorato come barista in un bar in zona Passeggiata ed è la compagna di un negoziante del quartiere dove vive, appunto l’ex Campo d’Aviazione. Chi la conosce la descrive come una persona scherzosa e allegra, che sa stare al pubblico. Tra l’altro nessuno riesce a spiegarsi cosa sia successo. Perché la sua Mercedes sia letteralmente impazzita, lanciandosi come un proiettile sulla via Italica.

I testimoni che hanno parlato con le forze dell’ordine incaricate delle indagini – la polizia stradale di Lucca – hanno riferito di un sorpasso ai danni di un autobus e una manovra, forse azzardata, che travolge le tre ragazze tedesche in quel momento sul marciapiede lato Forte dei Marmi. Uccidendone due sul colpo e ferendo la terza. Poi l’auto, senza fermarsi né ridurre la velocità, abbatte il semaforo su viale Colombo e travolge altre tre persone. Chi c’era parla di due semafori attraversati col rosso, come un proiettile sparato da una pistola, mentre la gente veniva letteralmente travolta. La Polstrada non avrebbe riscontrato segni di frenata neanche nello schianto contro le auto in sosta, che sono state praticamente distrutte. E se l’esame per l’eventuale presenza di alcol e droga è risultato negativo, quindi non c’è la guida in stato di alterazione, è inevitabile dover cercare altrove la spiegazione. In un primo momento si era parlato anche di un malore, ma le persone che hanno immediatamente aperto la portiera della Mercedes per cercare di capire qualcosa, parlando con la 44enne alla guida, si sono sentite rispondere chiaramente: «Mi chiamo Katia, ma vi sbagliate, non sono stata io».

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