Il Tirreno

Toscana

La ricostruzione

Lido di Camaiore, uccise da un’auto “impazzita”. I 200 metri di follia: la mappa della tragedia

di Matteo Tuccini

	I resti delle auto travolte dalla Mercedes (foto Paglianti)
I resti delle auto travolte dalla Mercedes (foto Paglianti)

Un’apocalisse in mezzo agli alberghi, la donna al volante ha “bucato” due semafori rossi: è stata arrestata

19 settembre 2024
4 MINUTI DI LETTURA





LIDO DI CAMAIORE. Il telefono squilla a vuoto dalla Germania. Nessuno risponde. I ragazzi passano e si fanno il segno della croce. Sull’asfalto ci sono due ragazze come loro, turiste tedesche di circa vent’anni che erano in vacanza in Versilia con altri connazionali, e come tanti prima e dopo di loro. Ma non è più tempo di foto e di sorrisi.

Le due ragazze sono morte sul colpo, falciate da un’auto impazzita che ha percorso centinaia di metri su via Italica a Lido di Camaiore, travolgendo tutto e tutti. L’auto, guidata da una 44enne residente a Viareggio, Katia Pereira Da Silva, ha “bucato” due semafori rossi, investito sette persone in totale e due auto parcheggiate, distruggendo persone e cose. Il bilancio è tragico, e potrebbe peggiorare nelle prossime ore: ci sono due vittime e cinque feriti gravi. Il più critico viene trasferito dall’elisoccorso Pegaso a Cisanello, gli altri vengono portati dai soccorritori del 118 all’ospedale Versilia e a Massa.

L’arresto

Un’apocalisse, in mezzo agli alberghi di Lido che attendevano placidamente la fine di una giornata uggiosa al termine dell’estate. Alla guida dell’auto, si scopre quasi subito, c’è una donna italo-brasiliana. Che dopo la folle carambola viene allontanata dalla folla e portata in ospedale per essere sottoposta all’esame tossicologico. Non è escluso che possa aver avuto un malore. Per lei è scattato l’arresto.

I 200 metri di follia

Un’auto impazzita, l’ennesima di questa estate di sangue sulle strade della Versilia, stavolta si porta via le vite di due ragazze tedesche, che come tanti connazionali erano in gita da queste parti per godersi il mare e le vicine città d’arte. Tutto finisce intorno alle 19 di ieri, quando la Mercedes grigia guidata dalla 44enne in direzione mare irrompe su via Italica e, all’altezza di via Roma Capitale, buca il primo semaforo. Travolgendo le due giovani di fronte all’hotel Verbena, e uccidendole sul colpo. Poi prosegue la sua corsa, senza fermarsi, e distrugge il secondo semaforo, quello all’incrocio col viale Colombo.

La botta è talmente forte che pezzi di questo semaforo vanno a schiantarsi contro l’hotel Sirio, più avanti verso mare, spaccando una vetrina e facendo sobbalzare il personale. È lì di fronte che l’auto impazzita travolge due auto e altri cinque ragazzi, secondo quanto si apprende anche loro turisti ma di nazionalità francese. Una delle auto parcheggiate viene colpita talmente forte dalla Mercedes da girare su se stessa.

Le testimonianze

Dall’hotel Sirio, che è appunto lì davanti, esce una dipendente, aiuto cuoca. Apre la portiera della Mercedes, chiede alla donna come stia, classica domanda che si fa in qualsiasi caso. La donna ha ancora in mano il volante, dice di chiamarsi Katia. L’aiuto cuoca le chiede se si rende conto di cosa abbia appena fatto. Ma lei nega, dice che non c’entra. Altri testimoni diranno: «Stava andando a una velocità folle, sicuramente più di 100 all’ora. Forse anche 150». Per chi non conosce la zona, basti pensare che si tratta di un reticolo di strade verso il viale a mare di Lido, tra gli alberghi e i turisti che vi soggiornano. Ci sono semafori, strisce pedonali, parcheggi. Andare a oltre 100 all’ora significa fare il tiro al bersaglio tra la gente. Saranno le indagini delle forze dell’ordine a chiarire il perché di questa velocità, di un’auto senza controllo nonostante ci fosse una persona alla guida, il perché di un pedale dell’acceleratore spinto a tavoletta come se non ci fosse nulla da dover evitare.

Sul luogo dell’incidente, nonostante l’ora e il meteo bizzoso, si sono fiondati decine di passanti e curiosi, tra i titolari delle strutture ricettive sconvolti di fronte alle domande delle forze dell’ordine. «Mai vista una cosa così», dice un uomo guardando le lamiere contorte. Mai vista un’estate così in Versilia.


 

Primo piano
Scuola

Stipendi degli insegnanti, il supplente: «Ecco la mia busta paga. I sacrifici? Ve li racconto»

di Sara Venchiarutti
Sportello legale