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Sforbiciata sui Comuni toscani: 80 milioni di euro in meno in cinque anni. La mappa dei tagli

di Mario Neri e Martina Trivigno

	La mappa dei tagli, a dx Emiliano Fossi e Matteo Biffoni
La mappa dei tagli, a dx Emiliano Fossi e Matteo Biffoni

Il deputato Fossi (Pd) scova le cifre: «Ecco il regalo elettorale della premier Meloni». La metà delle riduzioni verrà calcolata in proporzione ai fondi del Pnrr assegnati

31 maggio 2024
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Quasi 80 milioni di euro in meno ai Comuni della Toscana in cinque anni (per la precisione circa 15,8 milioni di euro all’anno). L’equazione è direttamente proporzionale: più fondi gli enti locali hanno ricevuto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), maggiore sarà la sforbiciata. Guardate la mappa della Toscana: tanto più scura la tonalità, tanto più ingente la riduzione. A scovare la cifre è stato il segretario regionale e deputato dem Emiliano Fossi che commenta: «Questo è il “regalo” elettorale che Giorgia Meloni e il suo ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, hanno previsto per la nostra Regione».

La spending review

Da un po’ era noto che i Comuni dovessero sottoporsi a una “cura dimagrante”, ma molti speravano di superare la tempesta indenni. Invece no, il provvedimento raggiungerà tutti. E su di loro la scure si abbatterà sotto forma di un decreto interministeriale che delinea il criterio per il programma di risparmi a carico dei Comuni. In pratica, stabilisce che metà dei tagli riguarderà la spesa corrente, quindi l’attività ordinaria degli enti, mentre l’altra metà verrà calcolata in proporzione ai fondi europei assegnati con il Pnrr.



La “pausa elettorale”

Ed è solo questione di tempo. Il decreto sulla spending review degli enti locali, collegato ai fondi Pnrr, ha infatti subito una sospensione. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, non ha incluso la discussione del decreto nell’agenda ufficiale, impedendo che venisse esaminato nella prossima riunione della conferenza Stato-Città. La mancata iscrizione in agenda ha evitato così l’avvio del conto alla rovescia di 20 giorni che avrebbe permesso al governo di approvare il decreto senza l’intesa con gli enti locali. La questione, però, è soltanto rimandata, ovviamente a dopo le urne. Chiaramente il decreto ministeriale, che recepisce le indicazioni della legge di bilancio 2024 è stato bloccato e verrà pubblicato soltanto dopo il voto dell’8 e 9 giugno – rincara la dose il segretario del Pd Fossi – ma le cifre sono già state stabilite e con criteri allucinanti che penalizzano i Comuni virtuosi che sono riusciti a spendere bene e nei tempi stabiliti le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il risultato sarà una sciagura per i cittadini e le imprese».

Allarme servizi

I Comuni già alzano le barricate perché a soffrire, se ci sarà da tagliare, saranno i servizi sociali e di conseguenza i cittadini. «Per le opere realizzate con il Pnrr, come ad esempio gli asili, mancheranno le risorse per il personale, i servizi verranno quindi ridotti e per far quadrare i bilanci sarà necessario alzare le tasse – sottolinea il segretario toscano dei dem – Siamo di fronte all’ennesimo disastro del governo di destra». Anche Matteo Biffoni, sindaco di Prato e presidente di Anci Toscana, l’Associazione nazionale Comuni italiani, è amareggiato. «È un ulteriore scandalo da parte del governo che colpisce in maniera insensata e immotivata ancora una volta i cittadini – spiega il presidente toscano dell’Anci – I tagli incidono sulla spesa corrente e penalizzano paradossalmente chi è stato più bravo: chi avrà costruito più asili nido, avrà aperto più case-famiglia, avrà acquistato più autobus elettrici o avrà realizzato più parchi pubblici: tutti investimenti che naturalmente, per poter funzionare, richiederanno ai Comuni maggiore spesa corrente, per esempio, per le manutenzioni e per l’assunzione degli educatori da impiegare negli asili nido. Se non saranno trovati i soldi, dovranno essere tagliati i servizi quantomeno per salvare il salvabile».

La protesta nazionale

Anci nazionale, insieme all’Unione Province d’Italia (Upi), aveva anche inviato una lettera ai ministri interessati, segnalando che «sta prevalendo un’interpretazione delle norme di bilancio che ci pare assurda, contraddittoria con lo spirito e le finalità del Pnrr e soprattutto densa di gravissime conseguenze per la gestione delle opere pubbliche tanto attese dai cittadini. Ritorna la volontà di scoraggiare la piena riuscita degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, almeno per la parte di competenza dei sindaci».

A livello nazionale, il taglio previsto per gli enti locali è di circa 200 milioni di euro quest’anno, prima tranche sul totale di un miliardo fino al 2028; nella nostra regione la quota è importante: quasi 80 milioni in cinque anni, per la precisione 78.829.995 euro. «Invitiamo il governo a ripensarci prima che sia troppo tardi – conclude Biffoni – Sarebbe una beffa per i cittadini, se dopo aver realizzato le opere pubbliche attese per anni i Comuni fossero costretti ad abbandonarle perché messi nell’impossibilità di gestirle».

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