Il Tirreno

Toscana

La guida

Dipendenti pubblici, stop alla buonuscita in prestito dall’Inps

di Leonardo Monselesan
Dipendenti pubblici, stop alla buonuscita in prestito dall’Inps

A causa della scarsità dei fondi l’Istituto non riceve più le domande per ottenere l’anticipazione del Tfs/Tfr

21 maggio 2024
3 MINUTI DI LETTURA





Giunta al termine - almeno per ora - la possibilità, per i dipendenti del pubblico impiego, di richiedere l’anticipazione ordinaria della liquidazione di Tfs (trattamento di fine servizio) e Tfr (trattamento di fine rapporto) al momento del pensionamento.

Con il messaggio 1628 del 25 aprile scorso, l’Istituto nazionale della previdenza sociale (Inps) ha infatti annunciato lo stop, a partire dal giorno successivo alla pubblicazione dell’avviso, all’invio delle domande per questa misura, visto che, secondo le stime, sono in via d’esaurimento le risorse annualmente destinate a tale scopo.

L’anticipo ordinario del Tfs/Tfr per i dipendenti pubblici si rivolgeva a quanti, all’interno di questa categoria di lavoratori, fossero ancora iscritti al Fondo Credito dopo la cessazione del rapporto lavorativo, sia per pensionamento che in altri casi. La quota di adesione a tale Fondo viene infatti calcolata automaticamente nella busta paga dei lavoratori pubblici (0,35% dello stipendio), ma, al momento del pensionamento, deve essere lo stesso pensionando a richiedere la permanenza al suo interno. A fronte di una trattenuta del valore dello 0,15% della pensione, resta dunque possibile godere dei benefici per gli iscritti al Fondo, come, ad esempio, mutui e prestiti a tassi agevolati, pacchetti per la tutela della salute, prestazioni per anziani e/o persone non autosufficienti. 

Tra gli altri benefici, fino allo scorso 26 aprile, vi era inoltre la possibilità di richiedere un anticipo della liquidazione del Tfr o del Tfs, senza dover aspettare i lunghi tempi di attesa che intercorrono tra il momento del pensionamento e quello dell’effettiva percezione di questa somma. L’anticipo prevedeva dunque una trattenuta dello 0,5%, al lordo degli interessi, dell’importo spettante per le spese di amministrazione, e un tasso fisso di interesse pari all’1% per tutta la durata del finanziamento, che arrivava dal momento della presentazione della domanda fino al raggiungimento del diritto all’ordinaria erogazione del trattamento. A questo intervallo di tempo andavano poi aggiunti tre mesi nel caso in cui l’anticipo fosse stato richiesto prima del versamento della prima rata del Tfs/Tfr, o 30 giorni se la rata successiva fosse stata la seconda o la terza. La domanda poteva essere presentata in qualsiasi momento, autonomamente o tramite patronato/Caf, a patto che la liquidazione della successiva rata del trattamento non fosse prevista prima di sei mesi. Era inoltre possibile scegliere se richiedere la liquidazione di una parte del trattamento o il suo intero importo. Vi erano poi 180 giorni di tempo per l’Inps per elaborare la domanda, verificando la presenza della disponibilità finanziaria per l’erogazione e l’effettivo diritto del richiedente. Dopodiché l’Istituto provvedeva a comunicarne l’esito al richiedente tramite email o sms, allegando, in caso di accoglimento dell’istanza, anche la proposta di cessione del trattamento. Il beneficiario aveva dunque 30 giorni di tempo per accettare definitivamente tale proposta, trasmettendola attraverso i servizi telematici dell’Istituto.

Il messaggio 1628 dell’Inps spiega però, proprio in merito alle domande già presentate, che dal 26 aprile sono stati bloccati non solo gli invii di nuove domande, ma anche l’elaborazione e l’invio delle proposte di cessione agli utenti. Di conseguenza, solo le pratiche che avevano già superato la verifica della capienza economica per gli anticipi potranno continuare il loro iter senza problemi. Ma la situazione potrebbe avere un’evoluzione. Il messaggio Inps si conclude infatti con l’invito, per le sedi territoriali dell’Istituto, a non procedere con l’invio di responsi di mancato accoglimento delle domande già presentate, in attesa di ulteriori istruzioni operative.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo piano
La novità

In Toscana 275 scuole aperte d’estate: si farà sport, musica e teatro

di Martina Trivigno