Il Tirreno

Toscana

Vespa World Days 2024
L’idea

«Pontedera e la Vespa come Maranello e la Ferrari», il piano per fare del Vespa World Days il primo di tanti maxi eventi

di Tommaso Silvi

	I vespisti in giro a Pontedera (Foto di Franco Silvi)
I vespisti in giro a Pontedera (Foto di Franco Silvi)

La proposta lanciata dal capo del comitato organizzatore del raduno mondiale, Eugenio Leone, durante la presentazione del libro “La Vespa non si scorda mai”: al Teatro Era anche tanti ex lavoratori Piaggio che hanno contribuito a far nascere il mito a due ruote conosciuto in tutto il mondo

19 aprile 2024
3 MINUTI DI LETTURA





PONTEDERA. «Se la Ferrari è Maranello, la Vespa è Pontedera». Tra orgoglio e sogno. L’orgoglio di aver portato a Pontedera decine di migliaia di vespisti al raduno mondiale che si è aperto giovedì 18 aprile e andrà avanti fino a domenica 21. E il sogno di creare un flusso continuo di turisti in città in nome del gioiello Piaggio. «Il Vespa World Days deve essere una sorta di prova generale. I primi due giorni di raduno ci insegnano che il ruolo della Vespa nel mondo è enorme, e che quindi anche Pontedera è riconosciuta in ogni angolo del pianeta come città in cui è nata la Vespa». A parlare è Eugenio Leone, a capo del comitato organizzatore del Vespa World Days. L’occasione è la festa organizzata al Teatro Era alla presenza di chi il mito a due ruote l’ha visto nascere e l’ha cullato: i collaudatori e i lavoratori Piaggio, che con il loro impegno hanno contribuito – in epoche diverse – a far nascere e poi consolidare la Vespa come icona mondiale.

(QUI LO SPECIALE DEL TIRRENO SUL RADUNO MONDIALE VESPA A PONTEDERA)

I ricordi

Da Pontedera fino ad Altopascio, ma anche Firenze e addirittura Modena. La vita del collaudatore Vespa – durante l’evento a Teatro Era – la racconta Gianfranco Gemmi, storico lavoratore Piaggio. «Ho iniziato nel 1962, appena diciottenne e sono andato in pensione nel 1998. Ricordo i viaggi in sella alle Vespa, il nostro compito era quello di individuare eventuali difetti per far sì che venissero eliminati prima della vendita al pubblico». Nelle parole di Gemmi ci sono storia e senso di appartenenza. «Lavoravamo anche dopo cena, fuori dall’orario di lavoro. Sentivamo la Vespa come una figlia, eravamo ossessionati dalla perfezione. Ogni dettaglio per noi doveva essere impeccabile. Oggi, vedere tutte queste persone a Pontedera, è stupendo. Abbiamo costruito tutti insieme, lavoratori e vespisti, una favola unica».

Il libro

Il messaggio che arriva dal raduno di Pontedera è chiaro: la Vespa unisce, attraversa i confini e non conosce scale sociali. «Sulla Vespa – continua Eugenio Leone – ci puoi trovare l’imprenditore e l’operaio, la casalinga e il professionista. Dall’Italia alla Cina, dal Messico alle Filippine. Al Vespa World Days gli iscritti arrivano da 54 nazioni differenti». E per mettere insieme curiosità e aneddoti di persone e personaggi che sono saliti in sella al capolavoro firmato dall’ingegnere Corradino D’Ascanio, Eugenio Leone e la giornalista Paola Scarsi hanno scritto un libro: La Vespa non si scorda mai, edito da Erga Edizioni. «Un insieme di esperienze e racconti – dice Scarsi – animati anche dalla possibilità, attraverso una applicazione per cellulari, di vedere foto e contenuti legati ai vari episodi riportati nelle pagine del libro. Raccontiamo, attraverso testimonianze inedite e inaspettate, il sentimento all’estero nei confronti della Vespa e come alcuni italiani l'abbiano resa famosa nel mondo facendone conoscere robustezza e affidabilità». Presenti alla festa al Teatro Era anche due vespisti d’eccezione: Paolo Daniele, presidente del Vespa Club belga ATH, e Jean-Charles Caradonna, presidente del "Cercle Vespiste de France” e giornalista de “La Vie de La Moto”.

Primo piano
La protesta

In centinaia al corteo contro Salvini: «Attento, a Livorno ancora fischia il vento». Lancio di pomodori e uova contro la polizia – Video

di Luca Balestri