Il Tirreno

Toscana

La tragedia

Esplosione a Suviana, morto il tecnico toscano Alessandro D’Andrea: stava scappando dall’inferno. I genitori chiusi nel dolore a Forcoli

di Sabrina Chiellini

	Alessandro D'Andrea e le ricerche dei vigili del fuoco nella centrale
Alessandro D'Andrea e le ricerche dei vigili del fuoco nella centrale

Un giornata di attesa e di preghiera, poi la notizia del ritrovamento senza vita del tecnico 36enne. Il sindaco Gherardini: «Ho incontrato il padre e la madre, non si possono trovare parole per questo dolore»

11 aprile 2024
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PALAIA. Un’angosciante attesa di notizie che, con il trascorrere delle ore, hanno trasformato un’esile speranza nel lutto più profondo. Daniele D’Andrea e la moglie Carla Consoloni da martedì pomeriggio, da quando hanno saputo della tragedia nella centrale sull’Appennino dove quel giorno lavorava anche Alessandro, il loro figlio di 36 anni, si sono chiusi in un profondo dolore che li ha tenuti prima con il fiato sospeso e poi in lacrime, incollati al telefono e alla tv, sperando che il loro Alessandro si fosse salvato.

Il suo nome infatti era rimasto fino stasera nell’elenco dei dispersi della tragedia di Suviana, alla centrale di Enel Green Power. Poi l’annuncio del ritrovamento del corpo. Era nell’acqua, al nono piano sommerso, vicino a quello di altri colleghi. Lungo una via di fuga mentre con loro stava scappando dall’inferno. 

Ora l’intero paese di Forcoli, dove il tecnico specializzato ha vissuto fino a una decina di anni fa prima di trasferirsi in Lombardia, partecipa al terribile dolore della famiglia D’Andrea.

Le preghiere per Alessandro

«Ogni ora che passa aumenta lo strazio di questa famiglia che chiede solo silenzio – dice il parroco don Antony – il giovedì celebriamo una veglia di preghiera con adorazione, oggi preghiamo per Alessandro e tutta la sua famiglia. Conoscevo Alessandro, un uomo tranquillo, molto legato al suo lavoro. Alle sorelle e ai genitori va il mio abbraccio e quello della nostra comunità».

Alle 17, quando ancora non era stato ritrovato il corpo del tecnico, nella piccola chiesa vicino alla scuola si sono ritrovate alcune amiche della famiglia. Tra loro anche una parente. «Preghiamo per Alessandro – dice – ancora non siamo riusciti a parlare con i genitori, vogliamo rispettare il loro dolore».

Il tecnico specializzato, lavorava per la Voith Hydro di Cinisello Balsamo, una delle aziende più importanti al mondo nel settore dell’impiantistica.

La famiglia chiusa nel dolore

A Forcoli, dopo il diploma all’Itis Marconi di Pontedera, Alessandro aveva lasciato le sue radici ma per lavoro aveva girato il mondo, dopo essersi trasferito a Milano, ormai da alcuni anni, insieme alla compagna Sara Bianco di Buti. Sono state lei e la sorella Federica, che nel pomeriggio di oggi hanno raggiunto l’area dei soccorritori destinata ai familiari della vittime, le prime a sapere che dopo i due corpi recuperati nella giornata, i sommozzatori avevano trovato un altro corpo senza vita, che poteva essere quello di Alessandro. A Forcoli sono rimasti i genitori – chi li ha incontrati dice che la madre non ha più la forza di parlare – l’altra figlia Nicoletta e lo zio della vittima Carlo Consoloni.

La terribile notizia

Poco dopo che la fidanzata e la sorella sono arrivate a Suviana hanno ricevuto la terribile notizia. In questi momenti drammatici, ai parenti dei dispersi è stata dedicata un’area riservata, davanti alla centrale idroelettrica. Uno spazio in cui poter aspettare notizie, seguiti e affiancati da un team di psicologi messi a disposizione dalla protezione civile. «È difficile trovare le parole giuste per non ferire i familiari che non vogliono parlare con nessuno» dice un’amica, Rachele Rossi. Stamani il padre e la madre della vittima hanno incontrato il sindaco di Palaia, Marco Gherardini. «Sono giorni segnati da uno sconforto tremendo. Non ci sono davvero parole. La nostra comunità si stringe tutta con grande affetto attorno alla famiglia di Alessandro. Ci rivolgiamo a tutte le istituzioni perché la questione della sicurezza sui luoghi di lavoro venga doverosamente trattata come un’emergenza nazionale. Queste tragedie sono intollerabili per un Paese civile» dice con sgomento. 

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