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Olio extravergine, le aziende top della Toscana: chi sono i migliori produttori

di Irene Arquint
Olio extravergine, le aziende top della Toscana: chi sono i migliori produttori

Miglior Igp Toscano è Prima Oliva del frantoio Croci nel pistoiese: tutti i premi

09 aprile 2024
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La Toscana premia l’olio del futuro, sempre più agevolato dalla tecnologia e tracciato nella sua filiera grazie alla super visione delle cinque denominazioni regionali.

Ma il settore, costituito da oltre 36mila aziende e 400 frantoi, sta affrontando criticità generate da fattori climatici e un’agguerrita concorrenza da cui solo una qualità certificata può difendere il consumatore. E ieri a Firenze sono state premiate dieci eccellenze, in sette categorie per le 45 aziende ammesse.

«La sfida è grande ma la voglia di investire per rinnovarsi ci dà la speranza di vincerla – ha detto la vicepresidente della regione Stefania Saccardi – la nostra olivicoltura è un patrimonio culturale e anche paesaggistico, oltre che economico. L’impegno è renderla più remunerativa». E se investire in tecnologia può dare una mano, perché no, mantenendo però l’identità.

400 frantoi

Ecco quindi che dei 400 frantoi toscani, uno su quattro ha partecipato ai bandi di finanziamento per rinnovare gli impianti richiedendo oltre 20 milioni di euro, anche se ad oggi la Toscana ha a disposizione risorse per soli 8. 3 milioni di euro, non escludendo però una loro riassegnazione. Più di 22 milioni di euro invece la cifra destinata ad un’agricoltura di precisione con scadenza prorogata al 31 maggio.

Nuovi finanziamenti

Gli interventi previsti dal finanziamento riguardano l’ammodernamento delle strutture con tecnologie più sostenibili nel segno di un’economia circolare a basso impatto ambientale e al riutilizzo degli scarti. C’è poi il sostegno al vivaismo olivicolo ed alla ricerca di materiali genetici sempre più idonei, che trova nel pesciatino uno dei poli più rinomati a livello nazionale. E insieme all’invito a investire nella tecnologia, la mattinata di convegno di ieri a Firenze ha sottolineato anche l’importanza della certificazione: unica arma a tutela del consumatore. Quarantacinque gli extravergine che hanno partecipato alla settima edizione della “Selezione Oli Extravergine 2024”, il green carpet dell’oro verde toscano.

Le cinque Dop

A garanzia della loro qualità stanno le cinque scuderie regionali: Dop Chianti Classico, Dop Seggiano, Dop Terre di Siena, Dop Lucca e Igp Toscano. Dieci i premiati nelle sette differenti categorie, alcuni dei quali sono risultati ai vertici in più sezioni.

Sul podio

Miglior Igp Toscano è Prima Oliva del frantoio Croci (società agricola Campioni) nel pistoiese, due invece le Dop Chianti Classico che si sono distinte e nello specifico: Pruneti dell’omonimo frantoio fiorentino e Querci Valle della senese Losi, mentre la migliore Dop Seggiano è andata all’Oro Seggiano del grossetano Podere Borselli.

Gli altri premi

Gli altri premi sono andati al miglior biologico (tre fiorentini: Buonamici, Mori di Beccattelli, La Gramigna), monocultivar (la livornese Biserno e le due fiorentine Gramigna e Mori di Becattelli) per contenuti di biofenoli (ancora la fiorentina Gramigna, la grossetana Scovaventi, la senese Losi) , packaging (due grossetane: Scovaventi e Kali, la fiorentina Buonamici) . Promossa dalla Regione Toscana con la collaborazione della Camera di Commercio di Firenze insieme a PromoFirenze e Fondazione Sistema Toscana, la premiazione è stata l’occasione per parlare del settore olivicolo e delle sue prospettive riguardanti 91 mila ettari di olivete di cui 16mila in agricoltura biologica, oltre 15 milioni di piante spartite fra 80 varietà autoctone, delle quali le più diffuse sono: Frantoio, Moraiolo, Leccino, Maurino e Pendolino, per un patrimonio di biodiversità agraria fuori dal comune.

L’incontro

Alla tavola rotonda hanno partecipato: Alessandro Parenti, professore dell’Università di Firenze spiegando come la tecnologia e l’innovazione dei macchinari incide sulla qualità del prodotto finale, anche più della zona di provenienza; la ricercatrice del Cerm dell’Università di Firenze Gaia Meoni illustrando la tecnica della risonanza magnetica nucleare applicata all’olio, uno strumento importante per determinarne le caratteristiche chimiche ma anche la zona di provenienza e quindi l’autenticità di un prodotto; Chiara Cherubini, tecnico Analytical, ha posto l’accento sull’importanza di un approccio esperto e competente nella filiera della produzione.


 

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