Il Tirreno

Toscana

L’intervista

Case green, una mazzata per le famiglie: quanto spenderà in media per i lavori

di Martina Trivigno

	I fallimenti nel 2023 non hanno risparmiato l’edilizia (foto d’archivio)
I fallimenti nel 2023 non hanno risparmiato l’edilizia (foto d’archivio)

L’allarme di Silvia Burchielli (Anaci): la detrazione fiscale non basta

04 marzo 2024
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«I lavori di adeguamento degli immobili, secondo la direttiva dell’Unione Europea, costeranno almeno 20mila euro a famiglia». Fa i conti Silvia Burchielli, presidente dell’Associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari (Anaci) della Toscana. Parla di cifre capaci di mettere in ginocchio le famiglie toscane e che, in alcuni casi, supereranno anche i 50mila euro. Ma per lei, non solo le opere costeranno tanto, ma su alcuni edifici neppure potranno essere realizzate. «Penso agli immobili nei centri storici», sottolinea. Ma la norma è chiara e se il testo definitivo sarà approvato ci sarà da correre per recuperare terreno. «Non sarà facile, soprattutto per i condomini – sottolinea la presidente dell’Anaci – Nel caso di una villetta bifamiliare, ad esempio, i proprietari possono mettersi d’accordo con facilità, mentre nel nostro caso ci sono le assemblee di condominio che frenano tantissimo. E poi soffriamo la mancanza di finanziamenti perché tutti questi lavori sono stati programmati a livello europeo, ma per il momento non c’è alcun tipo di finanziamento: c’è soltanto la detrazione fiscale».

L’ultima versione del testo della direttiva dell’Unione Europea sulle case green è meno rigida. All’inizio, infatti, prevedeva obblighi e tempi per ogni categoria di edificio: quelli pubblici e non residenziali sarebbero dovuti rientrare nella classe E entro il 2027 (e nella D entro il 2030) , quelli residenziali almeno nella classe E dal 2030 (nella D dal 2033). Sia chiaro: la norma che sarà approvata dal Parlamento europeo tra l’11 e il 14 marzo non prevede un divieto di vendere e affittare immobili di classe energetica inferiore a D ed E e, quindi, non in linea con gli standard Ue. Ma se non lo farà nero su bianco la direttiva Case Green, sarà il mercato stesso a imporre una sorta di “divieto” per tutti coloro che vogliono vendere e affittare: se in futuro, infatti, la percentuale di case con classi energetiche alte (A o B) rimanesse bassa come lo è adesso, con attorno immobili ancora fermi a classi come la F o la G, è più facile che una casa ristrutturata e con costi energetici bassi ottenga una migliore valutazione sul mercato. «È molto probabile che nei prossimi anni gli acquirenti puntino a case che facciano loro risparmiare nelle bollette, e soprattutto nella manutenzione ordinaria – conclude Burchielli – ma il 2030 è vicino e la strada è ancora lunga».

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