Il Tirreno

Toscana

Vite spezzate

Crollo del cantiere a Firenze, cinque vite spezzate per mille euro al mese: i contratti degli operai, le sospette irregolarità e gli stipendi da fame

di Barbara Antoni
Da sinistra: Luigi Coclite, Mohamed El Farhane, Taoufik Haidar
Da sinistra: Luigi Coclite, Mohamed El Farhane, Taoufik Haidar

I sindacati puntano i fari sulle condizioni contrattuali dei lavoratori edili e chiedono: «Perché nel 2024 in un cantiere delle dimensioni di quello di Esselunga in via Mariti non c'era un giornale di lavoro con tutti i nomi di chi era presente, di chi era uscito, era andato a mangiare? C’era anarchia pura e in questi casi la sicurezza ne risente»

18 febbraio 2024
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FIRENZE. Morire per mille euro al mese, o pochi spiccioli in più. Una verità molto amara tra le pieghe della tragedia del cantiere Esselunga di via Mariti, che nella giornata di venerdì 16 febbraio ha inghiottito cinque vite umane. Quelle degli operai che vi sono rimasti coinvolti: i nordafricani residenti nel Bresciano Mohamed El Farhane di 24 anni, Taoufilk Haidar di 43 e Mohamed Toukabri 54 anni, e il cinquantenne il cui corpo è ancora imprigionato tra il cemento e le macerie. L’altra vittima, Luigi Coclite, 59 anni, autista di betoniere di Collesalvetti, lavorava in proprio. Da subito dopo che la tragedia è esplosa, si è fatta avanti l’ipotesi che pur lavorando nei subappalti del mega cantiere, i quattro operai stranieri fossero inquadrati come metalmeccanici: per risparmiare sugli stipendi, è stato il sospetto a caldo di Daniele Calosi, segretario Fiom Cgil. Sul quale il prefetto di Firenze, Valerio Valenti, all’incontro con i sindacati, ha messo un’ipoteca. Al momento il sospetto non risulta confermato, ma dal punto di vista dello stipendio cambia molto poco.

Stipendi
In edilizia un operaio, in base al contratto nazionale, può percepire da 987 euro (primo livello) a 1.382 (quarto); il livello base per un metalmeccanico si attesta circa sui 1.200. «Quello che cambia per l’edilizia – spiega Alessia Gambassi, segretaria regionale Fillea Cgil – sono gli obblighi previsti dal contratto nazionale. Ovvero la necessità, per i lavoratori di qualsiasi cantiere, di avere ricevuto adeguata formazione: le sedici ore previste dal contratto nazionale. Poi c’è il fatto che i contratti degli operai edili prima di diventare attivi devono passare dalla Cassa Edile, per una verifica di regolarità che comprende anche la situazione dell’impresa che assume il lavoratore. Se questa non risulta in regola, la Cassa Edile non rilascia il Durc (documento unico di regolarità contributiva, ndr). Il comparto edile rientra in un sistema di protezione, come anche il fatto che per i lavoratori è prevista una cassa integrazione per eventi atmosferici: se piove e non possono lavorare, guadagnano ugualmente. Per i metalmeccanici tutto questo non esiste. Quindi la differenza tra i due contratti, al di là del dumping contrattuale, è che il contratto per gli edili è più oneroso perché il settore comporta maggiori pericoli per il lavoratore». «La differenza tra il contratto degli edili e dei metalmeccanici – sottolinea Rossano Rossi, segretario regionale Cgil – non è tanto nella paga finale ma negli adempimenti collegati». Massimo Braccini, segretario regionale Fiom, sposta l’attenzione sul fatto che «le buste paga degli operai, metalmeccanici o edili, sono fonte di dubbi, lo vediamo quando vengono a fare i cud: straordinari pagati come trasferta perché questa voce non è soggetta a contributi, oppure hanno contratti part-time e lavorano a tempo pieno».

Codice da rivedere
Poste queste premesse, per Daniele Battistini, segretario generale Feneal Uil, al centro di tragedie come quella di via Mariti c’è la regolamentazione dei subappalti, «ma il governo non ha nemmeno messo mano alla revisione delle regole del codice degli appalti».
Procedura di emersione
Un altro sospetto: che due dei lavoratori deceduti non fossero in regola, per permesso e di soggiorno e contratto. È probabile che avessero attivato – per essere contrattualizzati – la procedura di emersione. «L’ultimo decreto flussi per l’edilizia risale al 2022 – spiega Gambassi – ma il clickday è del 2023. Attivata la procedura, ci sono i tempi per l’ottenimento del permesso, e forse i due lavoratori lo stavano attendendo. Secondo la normativa vigente, con l’attivazione della procedura di emersione è possibile avere un contratto di lavoro».
E il giornale di lavoro?
«Si muore di lavoro con stipendi da fame – è dell’avviso anche Paolo Fantappié, segretario generale Uil Toscana –. Ormai le aziende che vincono gli appalti altro non fanno che organizzare il lavoro, al massimo ne svolgono il 5 per cento, per il resto subappaltano a una rete di ditte. Subappalto equivale a sfruttamento, ed è spesso il comune denominatore delle stragi sul lavoro». Su un altro aspetto Fantappié pone l’accento: «Lo abbiamo detto anche al prefetto: è normale che nel 2024 in un cantiere delle dimensioni di quello di Esselunga in via Mariti non vi fosse un giornale di lavoro con tutti i nomi di chi era presente, di chi era uscito, era andato a mangiare? C’era anarchia pura e in questi casi la sicurezza ne risente. Bisogna ristabilire le regole del gioco in modo severo, e imporre la formazione».

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