Il Tirreno

Paura

Marina di Carrara, bambino sviene in spiaggia: lo salva bagnino in pensione

di Giovanna Mezzana

	Il bagno e Pio Rossetti
Il bagno e Pio Rossetti

Momenti di panico allo Sport, interviene il padre del titolare del bagno: cosa è successo e il racconto di Pio Rosetti

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MARINA DI CARRARA. La mamma lo scuoteva: «Sembrava non respirasse». È ancora emozionato mentre racconta un episodio sconcertante, accaduto due ore prima, Pio Rosetti, per tutti “Roberto”, 68 anni, viareggino di nascita, già imprenditore del pesce ma anche ex bagnino: su un tavolo del bar del bagno di suo figlio Nicola – mentre lui e una giovane mamma sfidavano il destino – un bambino lunigianese di circa due anni, svenuto sotto l’ombrellone, ha ripreso miracolosamente i sensi.

«Non avevo capito»

È domenica, ieri, sono le 14,30 e al bagno Sport di viale Amerigo Vespucci Rosetti racconta al Tirreno che cosa è successo. Riavvolgiamo il nastro. Sono circa le 12,30. Rosetti è seduto a uno dei tavoli esterni del bar dello stabilimento balneare di famiglia. All’improvviso «ho visto spuntare una giovane coppia: lui, il babbo, teneva per mano una bambina; lei, la mamma, aveva in braccio un bambino». Sull’istante non attirano la sua attenzione.

«Che succede? »

«Poi – riprende il suo racconto Rosetti – mi sono accorto che il bambino era privo di sensi: la mamma lo scuoteva. È a quel punto che mi sono reso conto che la situazione era grave». La mamma urla, lui scatta su dalla sedia e va incontro alla donna.

Il primo tentativo

«“Signora, lo metta qui, all’ombra, prendiamo un asciugamano”, le ho detto». Lei è sconvolta. «Abbiamo steso il bambino a terra», dice. «La mamma era nel panico, mentre il babbo stava lì in piedi, impietrito», forse anche per non spaventare la figlioletta.

«Sgomberiamo il tavolo»

«Il bambino era svenuto. “Non respira, non respira, ha le labbra viola”, mi urlava la mamma, e in effetti anch’io ho avuto la sensazione che fosse cianotico». «Soffiava la brezza, così ho tirato via tutto quello che c’era sopra un tavolo e le ho detto di stenderlo lì, perché in alto poteva stare meglio. Sono andato a prendere una bottiglia di acqua molto fresca e ho cominciato a bagnarlo mentre la mamma cercava di sollecitarlo con dei colpetti sul sederino».

Il primo segnale

Il bambino respira ancora male. Sono attimi interminabili, intanto la centrale del 118 ha già ricevuto la chiamata di emergenza: alle 12,27. Accade il piccolo-grande miracolo. «Passandogli una pezza bagnata accanto alla bocca mi sono accorto – e la voce di Rosetti quasi trema – che tirava fuori la lingua». Bagnalo di qua, bagnalo di là, «il respiro è diventato più regolare e alla fine ha aperto gli occhi».

Salvo

«Ho detto alla mamma di non farlo riaddormentare, di chiamarlo: stava reagendo». Allo Sport arrivano gli operatori del soccorso, un’ambulanza infermieristica della Pubblica Assistenza di Marina. «Il bambino fortunatamente – riflette Rosetti – stava già meglio», tant’è che, a un primo controllo, risulta vigile e reattivo e con i parametri vitali nella norma. Forse un malore provocato dal caldo potrebbero avergli indotto la perdita dei sensi.

«Che emozione»

È ancora un po’ scosso Roberto Rosetti: «Che stupido che sono – riflette sorridendo – Cinquant’anni fa ero un bagnino: ne avrò vissute di situazioni ad alto rischio? Sarà che allora ero giovane e oggi ho quasi settant’anni..». Sarà che il ritorno alla vita non può che impressionare chiunque, soprattutto se steso sul tavolo del bar di un bagno, in una domenica d’estate, c’è un frugoletto di due anni. 
 

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