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Adolescenti e giovani toscani sempre più ansiosi: lo studio dell’Ordine degli psicologi

di Giulia Poggiali
Adolescenti e giovani toscani sempre più ansiosi: lo studio dell’Ordine degli psicologi

La lenta fuoriuscita dalla pandemia, lo spettro della crisi energetica, la guerra in Ucraina, i cataclismi climatici hanno alimentato depressione, fobie sociali e scolastiche, ma anche disturbi del comportamento alimentare

31 ottobre 2023
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Le immagini dei corpi mutilati dagli abiti lacerati e sporchi di sangue stanno dominando i servizi dei telegiornali nazionali. Con lo scoppio dell'ultima guerra, siamo costretti a vedere video strazianti, ma ancora una volta, sono soprattutto gli spettatori più piccoli a restarne traumatizzati: gli sguardi trafitti dal dolore e le urla dei popoli colpiti dai conflitti impressionano anche i bambini che sviluppano di conseguenza nuovi traumi.

Questo è quanto emerso dall’ultimo studio che l’Ordine degli Psicologi della Toscana ha condotto tra i suoi iscritti, in collaborazione con il Laboratorio di Psicometria (Dipartimento Neurofarba - Università degli Studi di Firenze) per indagare lo stato di salute psicologica dei toscani nel corso dell’ultimo anno. I risultati sono tutto tranne che confortanti.

Parliamo di bambini fino ai 12 anni che hanno difficoltà a dormire bene, a relazionarsi con gli altri e che colmano il disagio interiore con le nuove tecnologie. Tablet e cellulari diventano così i nuovi amici con cui giocare e svagarsi, per scacciare quei brutti pensieri che invadono le loro menti. I professionisti che hanno partecipato al programma sono 1112 e il periodo preso in esame dall’indagine dell’Ordine degli Psicologi toscani è quello che va dal marzo 2022 al marzo 2023, caratterizzato da una serie di fattori esterni che hanno pesato sulle sintomatologie già esistenti, oppure hanno contribuito a innescarne di nuove.

Fattori come la lenta fuoriuscita dalla pandemia, lo spettro della crisi energetica e la guerra in Ucraina, i cataclismi climatici hanno alimentato disturbi come l’ansia e la depressione, le fobie sociali e scolastiche, e i disturbi del comportamento alimentare. Dati agghiaccianti che dimostrano la necessità non solo di psicoterapeuti competenti, ma anche di una solida presenza dei genitori e degli insegnanti nella vita dei più piccoli.

Ma non sono solo i bambini a destare serie preoccupazioni. Anche i giovani adulti, ovvero coloro appartenenti alla fascia 20-30 anni, non riescono a viversi a pieno quelli che dovrebbero essere i momenti più belli della loro vita: anni fatti di scoperte, avventure e nuove esperienze. Niente di tutto ciò, purtroppo.

Gli psicologi che hanno partecipato al programma mostrano che dopo la paura del futuro dominano il timore dell’abbandono e della solitudine (per il 48% degli pazienti) e quello per le malattie o la morte (45%). Non è infatti un caso se sono proprio i giovani a richiedere aiuto: tra le psicologhe e gli psicologi che hanno compilato il questionario dell’Ordine, il 73% ha registrato un incremento delle richieste di prestazione psicologica proprio dai giovani, seguiti poi dagli preadolescenti e adolescenti (31%).

Da qui la necessità di prendere seri provvedimenti, come spiega la presidente dell’Ordine, Maria Antonietta Gulino: «La precarietà sta diventando cronica e la paura è frequente. L'ansia e la depressione sono ricadute di un periodo di grande difficoltà e i giovani hanno paura di stare nelle relazioni. Aiutiamo e ascoltiamo i nostri ragazzi, perché dobbiamo evitare che la paura diventi ansia e depressione».

Ansia, sintomi depressivi, abuso digitale e dipendenze patologiche sono tra i sintomi più diffusi, conseguenze di un mondo fatto di incertezze, in cui i giovani d'oggi faticano a trovare un proprio posto nel mondo. Viviamo in una società in cui gli eventi scorrono a ritmi frenetici, dove i trend e le competenze necessarie cambiano di mese in mese. Lo stop importante causato dalla pandemia ha spinto il giovane a ritirarsi e a smettere di sognare e ad avere ambizioni. La paura di fallire e le scarse certezze di oggi lo isolano a tal punto che molti preferiscono assistere al successo altrui invece di partecipare in prima persona agli eventi della propria vita. Il timore di non farcela è più grande della paura di lanciarsi in nuove avventure, col rischio di farsi male. L'inerzia diventa così paralizzante. E le occasioni perse si accumulano.

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