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Allerte meteo e scuole chiuse, il sindaco di Livorno chiede una cabina di regia. Giani: «Proposta di buon senso»

di Giuseppe Boi
Allerte meteo e scuole chiuse, il sindaco di Livorno chiede una cabina di regia. Giani: «Proposta di buon senso»

La competenza per legge spetta ai primi cittadini Studenti e docenti penalizzati da decisioni a macchia di leopardo

25 ottobre 2023
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LIVORNO. È il paradosso dell’allerta meteo arancione. Quando la protezione civile dirama l’allarme in capo ai sindaci cade una decisione: chiudere o tenere aperte le scuole? La scelta viene presa in ordine sparso. Amministrazioni, anche confinanti, optano per scelte differenti e contrastanti l’una con l’altra. Il risultato è il caos per studenti e insegnanti che vivono in una località e lavorano o studiano in un’altra. Per non parlare del dramma dei genitori, chiamati spesso a un giorno di ferie perché non sanno come organizzarsi con i figli che saltano, senza colpa, le lezioni. «Martedì scorso noi abbiamo chiuso le scuole, Rosignano e Pisa no, mentre a Massa non si è entrati in classe», sottolinea il sindaco di Livorno Luca Salvetti che lancia una proposta: «Occorrerebbe una cabina di regia che renda queste scelte più funzionali, logiche e coordinate».

Il dilemma

La questione della diversità nelle scelte delle amministrazioni, di fatto, si pone ogni volta che viene diramata un’allerta arancione. In base alla legge «il sindaco, quale autorità di protezione civile, ha la competenza ad emanare ordinanze di carattere contingente ed urgente per emergenze di protezione civile nonché la competenza in materia di informazione alla popolazione su situazioni di pericolo per calamità naturali». Dunque è il primo cittadino a dover prendere la decisione. Tuttavia «la reazione è diversa da territorio a territorio, da sindaco a sindaco», conferma Salvetti.

Storia e territori

«Ed è anche comprensibile – aggiunge – Le esperienze passate e la storia di ogni singola località portano a decisioni diverse. Se, come accaduto a Livorno, il maltempo ha causato tragedie, vi è una sensibilità maggiore da parte di amministratori e cittadini. Non solo, molto dipende anche dalle caratteristiche del territorio. Se, ad esempio, vi sono numerosi corsi d’acqua a carattere torrentizio, questi diventano pericolosissimi ed è chiaro che un sindaco tenda alla massima prudenza. Come ad esempio accade nel mio caso».

Il coordinamento

Da qui l’idea di proporre una cabina di regia unica per prendere le decisioni in caso di allerta meteo. «Molti ragazzi livornesi studiano a Rosignano e a Pisa – fa notare il sindaco – Noi chiudiamo le scuole, loro no. Si crea una situazione a macchia di leopardo che non ha molta logica. Occorre fare un ragionamento complessivo che possa dare elementi più certi ai sindaci che devono poi decidere». Anche perché Salvetti sottolinea come certe scelte rischino di essere sempre più frequenti. «La mia proposta nasce anche da una valutazione collegata ai cambiamenti climatici in atto. Il rischio che vengano dichiarate delle allerte meteo arancioni cresce. Così come aumenta la possibilità che i sindaci siano chiamati a prendere scelte di massima cautela. Occorre avere una linea omogenea e ragionare anche su come garantire il diritto allo studio. Attraverso strumenti come ad esempio la Dad? Recuperare le lezioni perse nel pomeriggio? Far rientrare i ragazzi il sabato nei casi in cui non sia prevista scuola?».

L’apertura della Regione

Salvetti ha discusso la sua proposta con l’assessore regionale alla Protezione civile Monia Monni. Per mettere su una cabina di regia unica occorre superare leggi e regolamenti molto precisi in materia, ma il sindaco di Livorno potrebbe trovare in Eugenio Giani un alleato. «Penso che l’iniziativa nasca da un intento giusto, una legittima preoccupazione e dal buon senso: evitare decisioni a macchia di leopardo su territori omogenei è un bene»: dichiara al Tirreno il presidente della Regione che però sottolinea come non sia facile «trovare territori omogenei in Toscana. La cabina di regia deve riguardare una singola provincia? Oppure è meglio che faccia riferimento agli ambiti turistici? O ancora, i consorzi? Il vero scoglio è proprio individuare territori omogenei. A me l’idea di creare dei tavoli di coordinamento piace, ma serve un meccanismo flessibile».


 

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