Il Tirreno

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Il delitto di Pisa

Psichiatra uccisa, la furia del killer: dieci sprangate hanno condannato a morte Barbara Capovani

di Pietro Barghigiani
Barbara Capovani con il compagno Michele Bellandi
Barbara Capovani con il compagno Michele Bellandi

«Seung deve restare in carcere, può uccidere ancora»: la decisione del giudice dopo l’udienza in cui lo “sciamano” ha fatto scena muta. La difesa ha contattato alcuni specialisti per una consulenza sulla capacità d’intendere e di volere dell’uomo

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PISA. «Deve restare in carcere perché c’è il rischio che possa uccidere ancora». Nessun pericolo di fuga, ma Gianluca Paul Seung è una persona ritenuta in grado di ripetere su un altro bersaglio quello per cui è stato arrestato domenica nella sua casa a Torre del Lago: l’omicidio all’ospedale Santa Chiara di Pisa della psichiatra Barbara Capovani che lo aveva avuto in cura a fine 2019 per un Tso durato nove giorni.

Lo ha deciso nel primo pomeriggio il gip Nunzia Castellano all’esito dell’udienza di convalida dell’arresto durante la quale il 34enne si è avvalso della facoltà di non rispondere. La pm Lydia Pagnini ha chiesto e ottenuto la misura cautelare della custodia in cella per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione.

«È scosso e frastornato» riferiscono all’uscita del carcere Don Bosco i due difensori, gli avvocati Andrea Pieri e Gabriele Parrini che aggiungono: «Non ha rilasciato dichiarazioni spontanee, stamani (ieri, ndr) abbiamo potuto avere accesso a tutti gli atti. Valuteremo le prossime mosse».

La difesa ha iniziato a contattare una serie di psichiatri per chiedere una consulenza sulla capacità di intendere e volere del loro cliente al momento del fatto, poco prima delle 18 di venerdì. In precedenti processi, al Tribunale di Lucca, le perizie su Seung erano state oscillanti tra la piena imputabilità al vizio totale di mente. Concordavano su un punto i consulenti: era un soggetto socialmente pericoloso. Ma era libero. Acqua fresca il divieto di dimora o gli arresti domiciliari imposti in passato. L’uomo, lo “sciamano”, invitato a diversi convegni di medici che lo presentavano come una vittima della psichiatria, si trova in una cella singola nella sezione di assistenza intensiva del carcere. Non solo Seung era stato in ospedale il giorno prima dell’aggressione, chiedendo in modo rabbioso al citofono della dottoressa Capovani che non era in servizio, ma il venerdì le immagini della videosorveglianza lo riprendono mentre pedina la psichiatra ignara del suo destino: uccisa a sprangata, almeno dieci colpi. «Si avvicina al reparto Spdc – riporta il decreto di fermo – dove segue in un primo momento la dottoressa Capovani che entra in reparto. L’uomo sosta poi nei pressi della bicicletta da lei lasciata fino alle 17.53 quando il medico esce nuovamente e viene aggredita dall’uomo».

Le telecamere filmano Seung, secondo l’accusa, prima dell’aggressione. «Viene immortalato in via Diotisalvi mentre indossa lo zaino e lo stesso abbigliamento, ma con scarpe di tipo e colore completamente diverso a conferma del fatto che egli aveva predisposto un cambio con scarpe più comode che gli avrebbero reso la fuga più celere». E ancora: «Giunto sul luogo del delitto lo stesso ha già cambiato le scarpe e viene colto in attesa dell’arrivo della vittima. Dopo la commissione del fatto, i video consentono di identificare l’uomo in via Cimabue e a volto scoperto con in mano lo zaino, il cappello e le scarpe rosse indossate. Successivamente pochi secondi dopo percorrendo via Diotisalvi le immagini lo immortalano inserire il cappello nello zaino e percorrere a volto scoperto la via in direzione stazione San Rossore».

In quei minuti Barbara Capovani è agonizzante sul marciapiede. All’alba di domenica lui viene arrestato, lei si spegne a Cisanello la sera poco prima della mezzanotte.

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