Il Tirreno

Toscana

L'intervista

Dal mare può emergere il futuro, parola di Maria Chiara Carrozza (Cnr): «Il suo studio è la sfida del secolo»

di Danilo Renzullo
Dal mare può emergere il futuro, parola di Maria Chiara Carrozza (Cnr): «Il suo studio è la sfida del secolo»

Parla la scienziata pisana: «Una priorità, insieme all’universo e al cervello. Grazie alle tecnologie e alla eco-robotica possiamo esplorare le profondità»

25 marzo 2023
3 MINUTI DI LETTURA





«Il mare profondo, l’universo e il cervello rappresentano le sfide del secolo». Affascinante e misterioso. Ma non solo. Il mare profondo nasconde il futuro. Strategico, dal punto di vista industriale, tecnologico e socio-economico. Ma quasi inesplorato e sconosciuto. «Questa è una delle sfide che ci attende: studiare e conoscere per usare in modo sostenibile e rispettoso le risorse, anche culturali, che può offrire», sottolinea la presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza. «Per farlo – aggiunge – occorre sviluppare una eco-robotica, tecnologie in grado di superare gli ostacoli delle profondità». Una sfida. Al centro anche del white paper “Geopolitica, strategia, interessi del mondo subacqueo. Il ruolo dell’Italia” sviluppato dalla Fondazione Leonardo – Civiltà delle Macchine per portare all’attenzione della politica e delle istituzioni la necessità di creare un’Autorità nazionale per il traffico subacqueo.

Presidente, il mondo subacqueo può rappresentare un’opportunità?

«Il fondo del mare è già strategico: è un luogo dove passano cavi per le comunicazioni e usato per il trasporto dell’energia ed è quindi luogo di interessi industriali. Dal punto di vista scientifico abbiamo la grande opportunità di pretendere e di perseguire un approccio sostenibile a questo sfruttamento. Abbiamo un’opportunità, come nello spazio, di non commettere gli errori del passato, ma di avere un approccio protettivo della biodiversità e dell’equilibrio dell’ambiente».

È possibile coniugare la sostenibilità con lo sfruttamento di un ambiente?

«Dobbiamo recuperare risorse, ma con soluzioni naturali. Occorre cioè avere un metodo completamente diverso rispetto al passato. E questa è la sfida del secolo: chi va per mare sa che deve rispettare il mare. Se vogliamo andare nel mare profondo sappiamo che dobbiamo rispettarlo, anche perché è un ambiente ostile e molto difficile».

In questa sfida, il Cnr come è impegnato?

«Abbiamo investito molte risorse in questo campo. Abbiamo una nave oceanografica, la Gaia Blu, acquistata grazie ad una donazione degli Stati Uniti e questa nave può essere dedicata all’esplorazione del mare profondo. Dobbiamo capire e studiare il mondo del mare profondo da un punto di vista scientifico, capire cioè come e da cosa è composto e studiare le specie che vivono il profondo del mare. Dobbiamo però andarci in modo sostenibile. È una sfida scientifica molto forte in cui l’Italia può assumere la leadership. Credo molto nel polo nazionale della subacquea, una sfida per l’Italia bella e affascinante che può portare il nostro Paese ad essere leader, sotto gli aspetti scientifici, industriali e anche culturali».

Perché anche culturali?

«Il mare è una risorsa da rispettare, da presidiare e studiare: questa alleanza è quindi necessaria per il futuro prima che la risorsa venga depauperata o semplicemente ignorata. Le sfide di questo secolo sono il mare, l’universo e il cervello».

Cosa potrebbe offrire il mare profondo?

«Non dobbiamo dimostrare cosa può offrire perché il mare ha tante funzioni. È, ad esempio, un grande contenitore termico per l’equilibrio climatico del pianeta e permette di vivere a civiltà e culture che dipendono dal mare. Può quindi offrire tutto. Occorre scoprirlo e farlo in maniera rispettosa».

Le profondità sono un ostacolo. Come è possibile superarlo?

«Esistono tecnologie che possono arrivare a sviluppare robot sottomarini per l’esplorazione del mare profondo. Occorre svilupparle e l’Italia ha tutte le competenze per farlo. Può essere una grande opportunità, anche industriale. E questa è una bellissima sfida: sviluppare una eco-robotica».

In questo l’Italia e la Toscana possono giocare un ruolo fondamentale.

«Vedo in questo campo un’alleanza tra la Toscana e la Liguria, dove sono presenti molto centri e molte competenze. Una partita che la Toscana costiera e la Liguria possono giocare insieme». l

 

Primo piano
Tragedia sul lavoro

Firenze, morto l’operaio di 36 anni schiacciato dalla ruspa

di Danilo Renzullo
Sportello legale