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Violenza politica

Pestaggio di Firenze, il silenzio di Meloni fa rumore. L'accusa degli avversari: «Così rischia di farsi complice»

di Luca Gasperoni
Pestaggio di Firenze, il silenzio di Meloni fa rumore. L'accusa degli avversari: «Così rischia di farsi complice»

All’attacco Letta (Pd), che ricorda il putiferio post-rave. Renzi rincara (Iv): «Eppure la destra interviene su tutto, da Peppa Pig a Sanremo»

20 febbraio 2023
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Firenze Non una parola. A tre giorni di distanza dall’aggressione degli studenti del liceo Michelangiolo di Firenze da parte di militanti di Azione studentesca (movimento giovanile di FdI) la presidente del Consiglio Giorgia Meloni continua a tacere sui fatti accaduti, così come i vertici nazionali del partito. Nel mezzo c’è spazio per l’immancabile puntata online de “L’agenda di Giorgia”, la missione istituzionale in Polonia e un post sui social, a metà giornata, che suona paradossale. Soprattutto per come inizia: «È finita l'era in cui lo Stato si volta dall'altra parte sul fronte della legalità…». Sembra il preludio a un intervento di condanna ma non lo è: si riferisce solo alla lotta alle occupazioni abusive.

Un silenzio che nella tempesta politica scattata sabato scorso risalta ogni ora di più, compattando le forze di centrosinistra che promettono interrogazioni in Parlamento e chiedono in maniera unanime una presa di posizione forte da parte di Palazzo Chigi. A prendere la parola alla fine è solo il deputato di FdI, Federico Mollicone, con toni tutt’altro che concilianti: «Era evidentemente solo una rissa». Affermazioni che fanno scendere in campo direttamente il segretario uscente dem Enrico Letta, che accusa Meloni di solidarizzare con gli aggressori: «Un rave ha provocato un putiferio e una normativa d’urgenza da parte del governo. Governo che mantiene il silenzio sull'inaccettabile pestaggio squadrista avvenuto davanti al liceo Michelangiolo. Silenzio che se continua si fa complice».

Rincara la dose il deputato dem Alessandro Zan: «Ancora totale mutismo, Meloni non ha di nuovo chiara la matrice?». Affronta il tema anche il senatore fiorentino Matteo Renzi che bolla quanto successo «come un atto di violenza squallido e vigliacco». Per il leader di Italia Viva «rimane una domanda esistenziale: perché la stessa destra che interviene su tutto, da Peppa Pig alla scaletta di Sanremo, non ha sentito il bisogno di condannare senza “se” e senza “ma” quello che è avvenuto? Attendo con pazienza che esca l'agenzia di Giorgia Meloni o un suo delegato con la seguente frase: “Condanno la violenza dei ragazzi di Azione studentesca e mi impegno a espellere dai movimenti giovanili di destra chi usa le mani anziché il cervello”. Troppo difficile?».

Della stessa opinione Raffaella Paita, capogruppo di Azione in Senato: «Meloni ancora in silenzio. Comunica su tutto, dal Pos ai cinghiali, ma stranamente su un fatto così grave tace. Chissà perché». Decidono invece di affrontare di petto la ricostruzione di Mollicone i leader di Sinistra Italiana ed Europa Verde. «Ci sono quegli esponenti di FdI – accusa Nicola Fratoianni – che mentre esprimono una flebile e generica condanna di maniera continuano a glissare sul punto dei legami politici di quei giovani squadristi con il loro partito, anche questo è un comportamento inaccettabile. Trovo poi incredibile che il presidente della commissione Cultura di Montecitorio insista a parlare di rissa: perché vogliono continuare a dare sostegno a gruppi di tal genere?». Secondo il segretario di Si «Meloni e il governo parlano di ogni cosa, creano bolle mediatiche sulla qualunque dal palco di Sanremo alle cose più futili, ma evidentemente a Palazzo Chigi, a via della Scrofa e al Viminale non arrivano i quotidiani fiorentini».

Per Angelo Bonelli, coportavoce di Europa Verde, «il silenzio di Meloni è inaccettabile», soprattutto se al suo posto «parlano i fedelissimi, Mollicone e gli altri militanti che vogliono derubricare l'atto squadrista in una rissa. Dal video si vede che gli aggressori sono 8 contro uno, non è una rissa ma un vile attacco squadrista ai danni degli studenti. Sono scene di violenza che devono essere condannate con decisione dalle istituzioni democratiche tutte e non fatte passare sotto traccia».l

 

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