Il Tirreno

Toscana

Il delitto

Omicidio all'Elba, vittima e assassino nello stesso giaciglio prima del massacro

di Giuseppe Boi
Da sinistra il luogo del delito, la vittima Angelo Carugati e l'uomo arrestato per omicidio Mounir Ghallab
Da sinistra il luogo del delito, la vittima Angelo Carugati e l'uomo arrestato per omicidio Mounir Ghallab

Il 53enne ucciso a bastonate è un ex dipendente di ristoranti dell'isola. Arrestato l’omicida: la lite scatenata da una discussione, il morto è stato anche rapinato

02 febbraio 2023
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Portoferraio Prima lo ha massacrato a bastonate. Poi ha preso il suo orologio, lo ha indossato ed è tornato a dormire nella sua casa. Lì Mounir Ghallab, 24 anni, è stato trovato ieri mattina dai carabinieri della compagnia di Portoferraio a poche ore dall’omicidio di Angelo Carugati, 53enne lombardo senza fissa dimora all’Elba. L’elbano di origini marocchine – fermato dai carabinieri con l’accusa di omicidio e rapina – dormiva nonostante poco prima avesse ammazzato un uomo che conosceva e che frequentava. Lo ha picchiato e preso a bastonate usando anche una pentola di metallo e una valigia. Il movente? La vittima gli aveva chiesto di andarsene dallo scantinato – un locale di proprietà comunale a fianco del tunnel di Porta a Terra, nelle mura medicee – che alcuni senzatetto portoferraiesi, tra cui Carugati, avevano trasformato in un dormitorio.


Nelle mura medicee
Ed è proprio nel lato oscuro dell’isola d’Elba, nascosto nelle zone degradate sebbene centralissime di Portoferraio, che è maturato l’omicidio di Carugati. Da quanto ricostruito, l’ondata di violenza sarebbe cominciata alle 2.30 di ieri mattina. La vittima e il presunto assassino hanno prima cenato insieme a una terza persona, diventata poi il testimone chiave per i carabinieri coordinati dal sostituto procuratore Niccolò Volpe. La furia omicida si è scatenata quando il 53enne ha chiesto al ventiquattrenne di andarsene.

La richiesta di aiuto
Il testimone è stato presente all’inizio della lite e sarebbe andato a chiedere aiuto per due volte alla polizia, prima alle 2.15 per ritornarci alle 3.30. Poco dopo, alle 4, nel dormitorio sono arrivati i soccorsi: un’ambulanza del Santissimo sacramento di Portoferraio con il medico a bordo e l’automedica del 118 che non hanno potuto far altro che constatare la morte di Carugati.

Il movente
Stando a quanto ricostruito dal Tirreno, all’origine del delitto vi sarebbe la richiesta di andarsene dal dormitorio avanzata da Carugati a Ghallab. Sembra che i due stessero dormendo nello stesso giaciglio quando la vittima ha preteso che il 24enne si allontanasse. Il tutto alla presenza del testimone (un elbano) che stava dormendo su un divano.


Vittima e assassino
Il cinquantatreenne milanese si era trasferito all’isola d’Elba per cercare lavoro. Fino al 2016 risultava residente a Portoferraio, poi si è trasferito in provincia di Benevento, quindi nel 2019 il ritorno sull’isola. Ha lavorato nelle cucine di alcuni ristoranti e, finita la stagione, si arrangiava con alcuni lavori al porto. Viveva in alloggi di fortuna, come quello in cui è stato ucciso. Mounir Ghallab – difeso dall’avvocato Nicola Giribaldi – all’Elba è invece cresciuto e ha anche frequentato le scuole superiori, l’istituto Cerboni. Entrambi frequentavano la zona del porto e la parte del centro storico più degradata e abbandonata a se stesso dai portoferraiesi. Un ambiente in cui alla povertà si mischia l’uso e abuso di alcol. l

(ha collaborato  Stefano Taglione)

 

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