Il Tirreno

Toscana

Scuola2030
Nel cuore dei giovani

Inesperto, ingenuo, puro: la sorpresa dell'amore che ti prende per mano e ti fa uscire dall'infanzia

di Chiara Cassola e Sophia Rizzo*
Inesperto, ingenuo, puro: la sorpresa dell'amore che ti prende per mano e ti fa uscire dall'infanzia

Per qualcuno può essere un sentimento di salvezza, altri addirittura non ci credono. La riflessione di due studentesse del liceo Classico Repetti di Carrara nell’articolo pubblicato nell’ambito del progetto del Tirreno “Scuola 2030”

30 gennaio 2023
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Amor omnia vincit, et nos cedamus amori, “L’amore vince tutto, anche noi cediamo all’amore”, dice il poeta latino Virgilio per esaltare l’ineluttabile potenza dell’amore che supera ogni ostacolo. In italiano la parola “amore”, dal latino “amor”, di oscura etimologia, compare per la prima volta nella lirica del Duecento, nel poeta siciliano Jacopo da Lentini, e da allora domina tutta la nostra poesia, i nostri romanzi, le nostre canzoni, attraversa tutto il nostro parlare e il nostro vissuto.

Per alcuni può essere un sentimento di salvezza, altri addirittura non ci credono. Il poeta stilnovista Cavalcanti definisce l’amore come una passione irrazionale alla quale nessuno può sfuggire. Shakespeare, in “Romeo e Giulietta”, lo definisce «un fumo fatto col vapore dei sospiri».

Noi non sappiamo cosa sia veramente l’amore. Molti sostengono che in una giovane età quale la nostra, studenti del liceo, non sia possibile amare. Sin da piccoli siamo stati abituati a un’idea di amore fiabesca, perfetta, quasi stereotipata, come quella che viene presentata dalle favole, dai libri o dai cartoni animati: la principessa salvata dal principe azzurro e il «vissero per sempre felici e contenti».

Spesso però l’amore non è così: ogni relazione ha le sue difficoltà, i suoi aspetti negativi, e il momento in cui un adolescente se ne rende conto può essere difficile. È frequente per ragazzi della nostra età soffrire per amore, e questo è sempre stato idealizzato: il classico adolescente innamorato, in preda a ormoni ed emozioni. Noi crediamo che soffriamo perché, dopotutto, forse non sappiamo ancora quale sia la realtà. Non pensiamo che per un ragazzo sia impossibile amare, ma riteniamo che l’amore, all’apparenza vicino e familiare, sia in realtà un sentimento nuovo, sconosciuto.

Questi perciò sono gli anni fondamentali, in cui ognuno scopre e sviluppa il proprio modo di amare e di dimostrare affetto, che varia da persona a persona e spesso è determinato anche dal modo in cui si è ricevuto amore durante l’infanzia e di come i genitori si dimostravano affetto a vicenda. È in questi anni che noi giovani impariamo ad amare, qualcuno riuscendoci di più e qualcuno di meno. Non è semplice passare dalla visione della vita individualistica che si ha da bambini a una in cui si condividono con un’altra persona anche le piccole cose. Imparare ad amare è capire che ciò che prima si sarebbe voluto tenere per sé acquista più valore se condiviso con la persona che si ama. È non pensare solo al proprio bene, ma anche a quello dell’altro.

Noi amiamo, spesso più degli adulti, spesso anche troppo, solo in modo diverso dal loro. L’amore dei ragazzi non è l’amore maturo e razionale che può provare un adulto, è un amore più inesperto, più ingenuo ma forse anche più puro. Dicono che il nostro sia l’amore più bello, perché ci lasciamo travolgere e trasportare dal sentimento, vivendo appieno queste nuove emozioni con un’intensità che forse non tornerà più e in fin dei conti è giusto così, anche se forse amiamo nel modo sbagliato, anche se le nostre emozioni sono amplificate e se soffriremo. Perché solo così potremo davvero imparare. l

*Studentesse del liceo Classico Repetti di Carrara
 

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