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Dalmine col vento in poppa: cresce l'export in Europa e Africa

Manolo Morandini
Dalmine col vento in poppa: cresce l'export in Europa e Africa

Pesa comunque il forte aumento delle materie prime e dei costi energetici. In fase di valutazione un impianto per produrre fino a 20 megawatt di elettricità all’ann

03 agosto 2022
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Cresce la produzione. Si assottigliano i ricavi. È il paradosso, comune a molte realtà produttive, con cui si trova a fare i conti Tenaris Dalmine. I margini economici dello stabilimento di Piombino a causa del forte aumento delle materie prime e dei costi per l’energia, a partire dal gas, si sono assottigliati.

Eppure, le vele del primo produttore italiano di tubi di acciaio senza saldatura per l’industria energetica, automobilistica e meccanica, restano gonfie. A soffiare e spingere nella giusta direzione sono la ripresa dell’edilizia e la crescita delle esportazioni sui mercati europei e nei Paesi del Nord Africa.

«Il carico di lavoro è buono, il mercato di riferimento delle costruzioni sta viaggiando con ritmi interessanti, sia in Italia che all’estero. Noi abbiamo aumentato la nostra quota di esportazioni, sia in Europa, dai Paesi del Nord, alla Germania, Francia e Spagna, che in Nord Africa. Rispetto al 2017/2018 l’incremento dei nostri volumi negli ultimi due anni è nell’ordine del 15 per cento». Così il direttore dello stabilimento Tenaris di Piombino, Roberto Noseda, ha fotografato lo stato di salute della realtà piombinese che è parte del Gruppo Tenaris Dalmine, cinque i siti produttivi: dalla sede principale di Dalmine ad Arcore, Costa Volpino, Sabbio Bergamasco e appunto Piombino. Andamento che trova conferma anche in queste settimane nell’aggiornamento sulle prospettive dello stabilimento che la direzione dell’azienda ha fatto ai rappresentanti sindacali.

Il 2022 è stato un anno di forte ripresa dopo il freno imposto all’economia dalla pandemia da Covid. C’è un intervento simbolo, che vede tra i protagonisti i prodotti dello stabilimento Tenaris Dalmine che negli anni ha esteso la gamma, con prodotti zincati, verniciati, rivestiti. L’impianto antincendio del traforo del Frejus monta tubi made in Piombino. La fornitura dà la cifra delle opportunità che si legano all’ampliamento della gamma di prodotti dello stabilimento. Tra i comuni di Bardonecchia, in Piemonte, e Modane, nel dipartimento della Savoia, sono in corso i lavori per l’adeguamento di uno dei più trafficati valichi alpini ai più recenti standard di sicurezza: l’ammodernamento e la messa in sicurezza del traforo esistente e la realizzazione di una seconda galleria parallela all’altra.

C’è una forte domanda di tubi nonostante alcune nubi che introducono elementi di incertezza. Insomma, il peso dell’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia non sgonfia le previsioni di volumi in crescita. Si guarda ai forti investimenti previsti in Europa. Stando allo scenario italiano, invece, a condizionarlo sono l’impennata dell’inflazione e il clima di incertezza sta portando vari economisti a parlare per il 2023 di recessione. A questo proposito molte aziende, tra cui anche clienti dello stabilimento di Piombino, stanno allungando i periodi di fermata. La conseguenza è che nei prossimi mesi dell’anno si potrebbe registrare una riduzione dei volumi. Eppure, per il 2023 grazie anche al Pnrr le previsioni restano in terreno positivo. Un’altra opportunità di crescita per Tenaris Dalmine potrebbe arrivare dalla chiusura annunciata il prossimo anno della concorrente Vallourec, il gruppo francese ha una produzione di 400mila tonnellate di tubi che potrebbe essere ripartita sul mercato.

Tenaris a Piombino mantiene la sua posizione, anzi si rafforza dopo tanti anni di presenza. È l’unica realtà nei confini del Sin di Piombino ad aver positivamente completato la bonifica e la messa in sicurezza operativa di propria competenza. Nel complesso sono stati investiti 9 milioni di euro per la bonifica, derivante dagli accordi tra il gruppo industriale e il ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. La procedura di bonifica si è conclusa nel 2019. Il Gruppo ha già in ponte investimenti di circa 12 milioni di euro negli stabilimenti di Arcore e Sabbio per l’installazione di impianti fotovoltaici. Ma è in fase di valutazione anche un intervento su Piombino, per un impianto che potrebbe arrivare a produrre fino a 20 megawatt all’anno di elettricità. l


 

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