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Pitti, è l’edizione della rinascita: 11mila presenze e boom compratori

Martina Trivigno
Pitti, è l’edizione della rinascita: 11mila presenze e boom compratori

682 i brand internazionali, crescono del 340% i buyers stranieri a Firenze

17 giugno 2022
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FIRENZE. È il Pitti della rinascita. Quello dei grandi numeri e delle presenze stratosferiche. E anche dei ritorni importanti – dopo il blocco quasi totale per la pandemia – con il mondo della moda concentrato di nuovo tutto lì, alla Fortezza da Basso. È qui che da 102 edizioni, a giugno di ogni anno, va in scena Pitti Immagine Uomo, il salone della moda contemporanea declinata al maschile.

Oggi anche quest’ultima edizione chiuderà i battenti, ma i numeri parlano: a ieri, le presenze di compratori si attestavano sopra a 9mila – di cui 2.500 arrivati da una settantina di Paesi esteri – ma con ogni probabilità cresceranno ancora nella giornata conclusiva di oggi, salendo ancora, fino a quota 11mila. Sono 682 i brand internazionali con il ritorno dei marchi più famosi che hanno attirato compratori da ogni parte del mondo: ci sono i giapponesi – 76 i compratori a ieri – e coreani (61). Grande assente la Cina, per via delle restrizioni legate alla pandemia che ancora resistono nel Paese con qualche presenza, seppur sporadica. Tantissimi gli americani e consistente anche il gruppo degli scandinavi (Norvegia, Svezia, Danimarca), dei Balcani e dell’est europeo (Serbia, Croazia, Slovenia, Bosnia, Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria), del Golfo (Qatar). E non solo: i compratori sono arrivati anche da Canada, Messico e Australia.

E basta fare un confronto con l’edizione 2021 per rendersi conto di come anche i compratori italiani siano cresciuti del 125%, mentre quelli stranieri del 340%.

«I dati di affluenza dei compratori dei primi due giorni e mezzo sono incoraggianti – spiega Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine – persino migliori di quanto speravamo in cuor nostro. Di questo passo sono convinto che arriveremo intorno alle 11mila presenze, con una percentuale estera superiore al 40%». Quasi un miracolo, dicono gli addetti ai lavori. «Lo scorso giugno avevamo appena riaperto, con 300 coraggiosi espositori, mentre adesso in Fortezza ci sono quasi settecento collezioni. E non è soltanto una questione di numeri: la qualità è alta, ci sono i migliori, motivati e intenzionati a far tornare i clienti nei loro negozi», precisa l’amministratore delegato.

Un’edizione di Pitti Uomo che ha mirato in alto, contribuendo a donare a Firenze un’aria ancora più internazionale. Non a caso c’è stata Ann Demeulemeester, protagonista alla Stazione Leopolda con una mostra nel suo stile, passando poi alle sfilate dei designer Wales Bonner e Soulland. Occasioni che hanno messo la città sotto i riflettori patinati. E tutto questo di fronte ai dieci mercati più presenti quest’anno a Pitti: Germania, Olanda, Gran Bretagna, Stati Uniti, Spagna, Turchia, Francia, Svizzera, Belgio, Austria.

«Non posso citarli tutti – prosegue Napoleone – ma è di grande importanza anche il solo fatto che siano tornati. La Fortezza e la città sono finalmente ritornate a essere quel crogiolo di voci, volti, colori e rapporti umani che ci è mancato per due anni, proprio come fonte di ispirazione. Sono contento per i nostri espositori, che hanno continuato a credere nel salone e a investire in ricerca e stile e che adesso vedono ricompensato quell’impegno con la possibilità di ristabilire un’ampia serie di relazioni con il mercato italiano e internazionale di qualità. E sono contento per noi di Pitti, per tutta la squadra. Per la città». l


 

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