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Toscana Aeroporti distribuisce utili: Pisa vota contro, Firenze si astiene

Mario Neri
Toscana Aeroporti distribuisce utili: Pisa vota contro, Firenze si astiene

La spa dà 7 milioni ai soci dopo aver ricevuto gli aiuti pubblici. Giani: «Inopportuno, ma il muro contro muro non serve»

27 aprile 2022
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FIRENZE. Sette milioni di dividendi da distribuire ai soci e una scia di polemiche senza fine per royalties concesse agli azionisti in un periodo di crisi (e di perdite) e dopo aver ricevuto 10 milioni di aiuti pubblici. Con i sindacati che accusano il governatore Eugenio Giani di aver stretto con i privati di Toscana Aeroporti un’alleanza «scaricando i lavoratori attraverso l’attacco diretto a chi li rappresenta» e i dem alle corde, costretti ufficialmente ad appoggiare il presidente, ma divisi fra chi davvero lo sostiene e chi ritiene sia stato troppo morbido.

Questa volta non basterà chiedere di superare i municipalismi e gettarsi alle spalle l’eterna faida fra città rivali. Perché questa volta la Toscana sugli aeroporti assiste a un replay che sembra sancire uno scontro ormai in atto fra Pisa e Firenze tanto da scuotere il partito di governo. Così come successo un anno fa sulla riforma dello Statuto della spa dei cieli, mentre la politica all’ombra della Torre si schiera contro le decisioni della società guidata da Corporacion America, la company del tycoon argentino Eduardo Eurnekian, quella all’ombra della cupola del Brunelleschi tentenna, tergiversa. Sì perché mentre Comune e Provincia di Pisa (guidati rispettivamente da Lega e Pd) annunciano un voto contrario nell’assemblea che il 28 aprile dovrà decretare la distribuzione degli utili agli azionisti, Regione Toscana e Comune di Firenze dichiarano di volersi astenere. Una sorta di non belligeranza. «Non condivido per niente la scelta della società – dice Giani – prendo le distanze, ritenevamo fosse più giusto usare quelle risorse per rilanciare gli scali, ma va anche detto che Toscana Aeroporti, con il bilancio, ha presentato un piano industriale che prevede 200 milioni di investimenti, a cominciare dall’ampliamento del terminal di Pisa e poi quello di Firenze. Il muro contro muro non serve». Una visione peraltro concordata con Dario Nardella e i vertici della Camera di commercio di Firenze. «L’astensione è la scelta giusta e condivisa», dice il sindaco da Bruxelles. E non aggiunge altro.

Su questa storia si cammina sulle uova. La Lega in consiglio regionale chiede a Giani di «non chinare la testa di fronte ai privati», Michele Conti da Pisa è netto: «Voteremo a favore del bilancio, che presenta dati positivi, ma in questo momento delicato mi sembra una scelta inopportuna quella di distribuire i dividendi – dice il sindaco – Ci sono lavoratori in cassa integrazione, c’è un grande contributo pubblico ricevuto dalla società dalla Regione. Voteremo contro». Il primo cittadino sa che un voto contrario non è un veto. Il voto è pesato sulla base della fetta di azionariato e il dominus ormai è Corporacion America, che con il 62,2% delle quote incasserà 4,3 milioni di euro. Al resto dei soci quasi briciole. La Regione, col 5%, otterrà circa 352 mila euro. Ma Conti ha capito anche che schierarsi sul fronte del No avrà un peso politico. A poco più di un anno dalle elezioni comunali, si accredita come difensore del pubblico e perfino dei lavoratori. Una posizione che costringe perfino il dem Massimiliano Angori, presidente della provincia pisana, a seguirlo di fatto sconfessando Giani e Nardella. «Votiamo contro – scrive – meglio usare quesi soldi per le aerostazioni»

Anche il Pd toscano, per bocca del capogruppo Vincenzo Ceccarelli e del vicesegretario Massiliano Pescini, definisce «inaccettabile» la decisione della spa di «redistribuire ai soci (ovvero fondamentalmente a se stessa) 7 milioni di utili, dopo aver gridato “al lupo” per il crollo dei ricavi ed aver beneficiato di ben 10 milioni di ristori». Il richiamo agli utili è peraltro un errore, perché non ci sono. La spa ha chiuso il 2021 con 5 milioni di perdite e per elargire i dividendi attingerà a un fondo di riserva. Ma è anche vero – ragionano da Toscana Aeroporti – che in questi ultimi 3 anni la società i dividendi li ha congelati. Nel 2020 chiuse il consuntivo 2019 con 13,5 milioni di utili ma revocò 9,3 milioni di dividendi prevenendo in parte il gorgo economico che avrebbe aperto la pandemia facendo sparire voli e passeggeri. Ora, di fronte a segnali di ripresa, è il ragionamento, si possono risarcire i soci delle rinunce fatte. Non solo. «I 10 milioni di aiuti sono stati contabilizzati nel bilancio 2020, non quest’anno».

I dem sembrano molto più tranchant di Giani, sebbene plaudano alla sua presa di distanza. «C’è un livello politico e c’è il livello di governo anche nei toni – ha spiegato il governatore al suo entourage – Abbiamo contribuito a fermare la vendita del ramo d’azienda dei servizi a terra, adesso non possiamo permetterci che ci vengano a dire “ iterminal fateveli da soli”». Ma «non possiamo neppure stare sotto ricatto», ragiona un dirigente pisano del Pd.

Poco importa a Cgil, Cisl, Uill e Ugl che adesso chiedono alla Regione «il voto contrario per il rispetto dovuto alle migliaia di lavoratori dei due aeroporti e dei cittadini della Toscana» e un approfondimento legale per verificare se è possibile «recuperare» i 10 milioni e destinarla ai lavoratori. «A noi pare si socializzino le perdite e si privatizzino gli utili, Giani dia un segnale politico» tuona Franco Fratini della Fit-Cisl. «Da due anni ci sono i lavoratori in cassa integrazione – gli fa eco Marco Chellini della Filt-Cgil – Questa decisione è inaccettabile, si va verso lo stato di agitazione e il raffreddamento dei rapporti sindacali». Certo il gelo è già calato fra sindacati e governatore. E pure con un pezzo di Toscana.

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