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Il medico che non vi farà perdere la testa

Marco Sabia
Il dottor Riccardo Maria Piane, primario di otorinolaringoiatria al Sal Luca di Lucca
Il dottor Riccardo Maria Piane, primario di otorinolaringoiatria al Sal Luca di Lucca

A Lucca il Gruppo Oncologico disciplinare punta a individuare in modo precoce i tumori di faccia e collo. La diagnosi e l’intervento in fase iniziale infatti consentono una guarigione completa nell’80% dei casi

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«Prevenire è meglio che curare» è un slogan spesso abusato ma in medicina corrisponde al vero. Tanto più in oncologia, perché un tumore alle prime fasi concede molte possibilità «per farsi sconfiggere», che invece non concede quando si è sviluppato e ha seminato metastasi . Così un otorinolaringoiatria, in questo caso anche neurochirurgo, che opera tutte le patologie testa-collo, decide di organizzare periodicamente incontri – sia coi medici, sia con la popolazione – per spiegare quanto sia fondamentale evitare (o almeno limitare) certi atteggiamenti e abitudini. Riccardo Mario Piane, primario di otorinolaringoiatra all’ospedale di Lucca, è uno di questi: perché fumare, bere e avere delle protesi dentarie messe male in bocca possono costituire fattori di rischi. E allora – prima di dover effettuare complessi interventi anche di oltre 12 ore per rimuovere i tumori e ricostruire la zona operata – è meglio eliminare i fattori di rischio.

Dottore, come si combatte la battaglia coi tumori dell’area testa-collo?

«È importante avere un team multidisciplinare: a Lucca visitiamo, in modo collegiale, come Gruppo Oncologico Multidisciplinare, in un ambulatorio dedicato e perfettamente attrezzato, anche 15 pazienti oncologici a settimana. Si parla quindi di più di 600 visite ogni anno per il testa-collo. Ci sono l’oncologo, il radioterapista, il chirurgo, il radiologo e, se serve, gastroenterologo, nutrizionista e anestesista, tutti gli specialisti che rapidamente e assieme decidono cosa è meglio fare per il paziente, discutendone anche con lui».

Perché anche discutendone con il paziente?

«Alcune volte ci sono più opportunità terapeutiche simili come possibilità di guarigione, con effetti collaterali differenti: ad esempio nel tumore alle corde vocali se si usa il laser c’è un peggioramento della qualità fonetica ma l’intervento dura un’ora, mentre se si sceglie la radioterapia (sono 30 sedute) l’integrità della corda vocale è preservata al 95%. In entrambi i casi la guarigione supera il 90% , sempre tenendo conto del tumore iniziale».

Come avviene la presa in carico dei pazienti?

«Nel giro di 15-20 giorni al massimo il paziente fa tutti gli esami e sa da cosa è affetto e cosa deve fare per essere curato, fino ad arrivare al trattamento. Questo è possibile grazie a un grande lavoro sull’organizzazione: noi abbiamo un team dove ognuno ha un sostituto, che vuol dire che c’è sempre uno specialista di ogni branca che può dare il suo contributo. È così anche per la stadiazione (gli esami da fare prima per poter valutare a che punto è il tumore) avendo una “corsia preferenziale” per ridurre i tempi di attesa per tutti gli accertamenti necessari».

Come viene rimosso il tumore e come si ricostruisce?

«Tolto il tumore e fatta “la pulizia” si prende una parte di muscolo e/o di cute (dal polso, dalla coscia, dal petto), che si lascia con le arterie e le vene che la irrorano normalmente; poi questi vasi vengono collegati con la vena giugulare e la arteria carotide, per garantirne irrorazione e quindi vitalità. Grazie a particolari siti donatori dello stesso paziente, riusciamo a ricostruire la parte dove c'era il tumore. E lavorando contemporaneamente su parte demolitiva e ricostruttiva si risparmiano dalle 2 alle 4 ore ad intervento».

Lei insiste sulla prevenzione: perché?

«Ogni anno nella zona di Lucca facciamo circa 160 nuove diagnosi di patologie oncologiche dell’area testa-collo. Purtroppo non c’è la percezione di quanto il fumo, l’alcool, il mal posizionamento di protesi dentarie e la cattiva igiene orale possano influire sulla formazione di neoplasie. Un tumore piccolo dà l’80% di possibilità di una completa guarigione, uno avanzato e/o con metastasi anche al di sotto del 25%: quindi è fondamentale intervenire prima e prevenire lavorando sui fattori di rischio. Purtroppo pur facendo corsi con medici di famiglia e dentisti, non trovo la risposta adeguata, anche se devo dire - a parziale giustificazione - che spesso i colleghi che vorrei sensibilizzare sono impegnati in corsi, aggiornamenti e altro. Dal 2001 a oggi ho promosso più di 60 convegni e corsi cercando di stimolare l'interesse anche della popolazione, chiamando specialisti molto competenti di fama nazionale ed internazionale; ma ritornando ai tumori, in Garfagnana rispetto a Lucca c’è un’incidenza maggiore dei tumori del cavo orale, che rimandano a un maggiore consumo di alcool e al fumo di sigarette. Ecco spiegata la giornata di prevenzione a Castelnuovo in Garfagnana il 16 novembre».

Il futuro cosa prevede?

«Avremo medici in grado di fare cose eccezionali, grazie all’avanzamento delle tecnologie, con una precisione assoluta. Però quando andranno in pensione i “dinosauri” come me, rimarranno dei medici in là con gli anni ma non con l’esperienza giusta e dei giovanissimi che devono imparare; questo perché spesso, per come sono organizzate le università in Italia e gli ospedali di conseguenza, non si dà al medico la possibilità di imparare. Questo è un passaggio fondamentale e ci vorranno penso oltre 10 anni per colmare, spero definitivamente, questo gap generazionale». —
 

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