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Teatro del Silenzio: vent’anni di bellezza, arte e follia visionaria a Lajatico

Teatro del Silenzio: vent’anni di bellezza, arte e follia visionaria a Lajatico

Dal sogno di Alberto Bartalini alla magia condivisa con Andrea Bocelli: un teatro che si accende una volta all’anno, tra natura, musica e grandi artisti. Un elogio alla bellezza nato dal silenzio delle colline toscane

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Verso i 20 anni del Teatro del Silenzio a Lajatico. In pochi avrebbero scommesso sul successo del teatro pensato per accendersi una volta all’anno e accogliere il concerto di Andrea Bocelli e dei suoi amici, tutte stelle internazionali. Location e format, anno dopo anno, si sono fatti apprezzare in tutto il mondo. Un teatro magico, ideato dall’architetto Alberto Bartalini che ne è direttore artistico.

La nascita di un sogno: il Teatro del Silenzio

A guidarci in una sorta di viaggio a ritroso nel tempo, è proprio lui, Bartalini. «Spesso, guardandomi indietro, mi sorprendo a pensare al momento, all’occasione in cui è nata l’idea del Teatro del Silenzio, venti anni fa. Non è difficile immaginare, se ci pensiamo bene». Siamo in incantevole anfiteatro naturale. «Un refolo di vento ti sfiora; nel più lieve silenzio sembrano avvolgerti dolci, soffuse, raffinate melodie; ti circonda un empito di emozioni di cui si perdono le origini. Perché un’origine non c’è; volteggiano nell’aria e ti colgono all’improvviso. Un diffuso senso di benessere ti entra nell’animo e la mente vaga nel più appassionante sogno» aggiunge l’istrionico architetto. Da qui nasce l’intuizione del Teatro del Silenzio: accostare la bellezza del paesaggio alla raffinatezza musicale di Andrea Bocelli, che proprio da quei luoghi ha tratto linfa vitale.

Arte, musica e scenografie: un’esperienza immersiva

«Creare scenografie spettacolari, apparati scenici ricchi di colore e di invenzioni, raccordare costumi e coreografie con i ritmi musicali, pensare ogni dettaglio in simbiosi con l’interpretazione di Andrea e di tutto il cast. Espandere lo spettacolo, la costruzione teatrale al di là dei limiti del palcoscenico, per coinvolgere tutto e tutti. E, da sfondo, la magia del paesaggio». Una parte importante della scenografia, anche se anno dopo anno sono stati selezionati vari artisti per realizzare l’opera da installare nel laghetto naturale, sullo sfondo del palcoscenico, resta il paesaggio. «Da qui il fervore delle idee, il sovrapporsi delle emozioni, il rincorrersi delle suggestioni, la voglia di creare un evento di elevato spessore estetico. Coinvolgere artisti di chiara fama insieme a eccellenze artistiche nascoste, che vivono sottotraccia, anch’esse dense di notevole qualità – prosegue il regista di tante edizioni del Teatro del Silenzio – . Dar luogo a un Elogio della Bellezza che, oggi, potrebbe davvero identificarsi con un Elogio della Follia; la follia come motore di una vera e propria rivoluzione culturale; la follia come autentico desiderio di scoprire, di scavare, di creare un solido ponte tra passato e futuro, con la convinzione che esso rappresenti una delle strade maestre per un auspicabile rinascimento estetico ed etico». Non è ancora tutto. «C’è anche il mio profondo desiderio di valorizzare la creatività artistica attraverso la sua divulgazione in occasioni di ampia partecipazione collettiva, uscendo dagli scenari delle grandi città per coinvolgere in maniera diretta anche i centri più periferici spesso inopportunamente definiti minori». E, così, anche Lajatico, estate dopo estate, si è trasformato. «Passeggiando per le sue strade, oggi ci si imbatte in presenze entusiasmanti: sui muri, sui tetti, nell’alto del cielo. Opere di artisti di fama internazionale – a partire da Mitoraj, una cui opera è divenuta l’icona del Teatro del Silenzio – pian piano sono divenute familiari; e in coerenza con esse si è modellato ogni elemento di arredo e di decorazione urbana». Le idee del regista si sono tradotte in azioni.

Naturalmente i primi a cogliere la portata dell’iniziativa sono stati Andrea Bocelli e sua moglie Veronica, Alberto Bocelli e tutto il suo entourage. Lo hanno fatto con entusiasmo, convinzione, partecipazione, creatività. Insieme a loro anche l’Associazione Teatro del Silenzio (costituita proprio per questa occasione di cui Andrea Bocelli ne è il Presidente Onorario) il Comune di Lajatico, la Banca Popolare di Lajatico e L’Azienda Agricola Il Colle. Da 19 anni inoltre Vittorio Quattrone con tutta la sua squadra di City Sound & events, è produttore unico di tutti i concerti.

Vent’anni di meraviglia: un’eredità culturale in continua trasformazione

Per il debutto era stata scelta una scultura di Igor Mitoraj (2006) , la prima vera edizione infatti si era svolta in forma ridotta. Poi Arnaldo Pomodoro (2007) , Mario Ceroli (2008) , Hans Peter Ditzler (2009) , Kurt Laurenz Metzler (2010) , Venio Santoni (2011) , Giuseppe Carta (2012) , Naturaliter (2013) , Scart Gruppo Hera (2014) , Robot City – Italian Art Factory con Alessandro Mendini (2015) , Marco Lodola (2016) , Giuseppe Carta (2017) , Robot City – Italian Art Factory (2018) , Daniele Basso (2019) , Alberto Bartalini (2020, anno del Covid) , Manolo Valdès (2021) , Park Eun Sun (2022) , Pablo Atchugarry (2023) , Stufish (2024) .

Per l’edizione di quest’anno torna Igor Mitoraj con il Tindaro Screpolato, grazie alla collaborazione con Galleria d’Arte Contini e il supporto di Atelier Mitoraj.

Quale migliore icona dunque per celebrare i 20 anni di questo magnifico teatro? «Con la sua estetica inconfondibile, in bilico tra classicismo e frammentazione, l’arte di Mitoraj -tra i più autorevoli interpreti della scultura contemporanea -restituisce la bellezza dell’antico attraverso il filtro della contemporaneità. Le crepe, gli squarci e le aperture che caratterizzano il suo stile non sono segni di decadenza, ma tracce di memoria: testimonianze silenziose di un passato che continua a vivere, a trasformarsi, a significare» racconta Stefano Contini.

 

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