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Ecco Heliantus, il rosso al top nasce dal Syrah

di Enrico Bimbi
Ecco Heliantus, il rosso al top nasce dal Syrah<br type="_moz" />

Realizzato da Degli Azzoni Avogadro, uscirà in 600 bottiglie Magnum

07 marzo 2024
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Uscirà solo in formato magnum (1,5 litri) nelle annate migliori. È l’Helianthus etichetta blu 100% Syrah di selezione, la grande novità in casa dell’azienda agricola Degli Azzoni Avogadro di Pontedera, al debutto in questi giorni con la vendemmia 2021. L’Helianthus è il top produttivo storico della vinificazione in rosso dell’azienda, un supertuscan con l’ossatura di Sangiovese al 60% integrato al Merlot e al Syrah. “Realizzare una versione etichetta blu monovarietale Syrah – ci racconta il conte Aldobrando Degli Azzoni- era una idea che avevamo in testa da diversi anni e aspettavamo solo l’anno giusto per farla. D’altronde ci eravamo resi conto che le piante di Syrah, a oltre 20 anni dall’impianto, erano arrivate in piena maturità e con l’annata giusta, con basse rese ed estrema attenzione al tempo giusto della raccolta, ci potevano regalare una straordinaria espressione varietale. Per noi –continua il conte vigneron- è normale prassi monitorare le singole partite con assaggi cadenzati, dato che vendemmiamo e affiniamo singolarmente ogni varietà. Nel tempo ci siamo resi conto che il Syrah nella nostra tenuta eccelle soprattutto nelle annate più calde. Quella del 2021 è stata davvero molto calda ed ha messo in difficoltà alcuni vitigni ma non il Syrah che invece ha registrato i caratteri di eccellenza giusti per consentirci, dopo una attenta selezione, di fare l’uscita in purezza”. La produzione è veramente di nicchia, limitata a solo 600 bottiglie magnum astucciate singolarmente. L’etichetta è importante, realizzata in tessuto blu con scritte in oro ricamate. Nel bicchiere si presenta in un rosso rubino scuro con riflessi tendenti al blu. Al naso libera potenza di frutto rosso e nero, soprattutto il ribes, la fragola e il mirtillo, con leggeri accenni minerali di grafite e fumè su note speziate tipiche varietali di pepe nero e rosa amalgamate a nuance più dolci, tostate e vanigliate, che fanno la spia dell’affinamento nel legno piccolo. Al palato è imperioso, possente, con tannini graffianti destinati ad evolversi al meglio prolungando l’affinamento in bottiglia. Il finale è appagante e profondo anche se la gioventù lo frena nella lunghezza. A tavola è il classico vino da abbinare alla cacciagione sia da piuma, sia da pelo. Eccelle nell’unione con altri piatti in particolare quelli di buona struttura dove è previsto l’impiego di spezie. È valida alternativa al Chianti Classico per accompagnare il Peposo dell’Impruneta. C’è da dire che il Syrah, nonostante sia una dei vitigni più amati dagli appassionati per l’intensità dei profumi e sia diffuso in tutto il mondo, la coltivazione è problematica perché ha bisogno di zone calde ma è sensibile allo stress idrico, per questo riesce a trovare il suo habitat ideale in solo poche zone. Quella di elezione e forse d’origine (altre ipotesi sono che provenga dalla citta persiana Shiraz o dalla siciliana Siracusa) è considerata la collina dell’Hermitage nella valle del Rodano in Francia Meridionale, ma la Toscana riesce a dire la sua con diversi prodotti di grande qualità. Nello specifico la lingua di terra dove nasce l’Heliantus etichetta blu sembra essere particolarmente vocata per il vitigno. Non può essere un caso che a confine con Degli Azzoni, nel comune di Montopoli Val d’Arno, troviamo la Fattoria Varramista, azienda che vanta nel parco produttivo uno dei più recensiti Syrah della regione.

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