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Da Ecuba a Binasco si alza il sipario su prime e novità

di Gabriele Rizza
Da Ecuba a Binasco si alza il sipario su prime e novità

Le serate a teatro da non perdere

02 dicembre 2022
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Una cascata di novità, fra anteprime, debutti, esclusive, costella i palcoscenici teatrali toscani in questo inizio di dicembre.

Binasco a Pistoia

Partiamo da Pistoia, dove al Manzoni nel fine settimana, sabato 3 alle 21 e domenica 4 alle 16, in esclusiva regionale, arriva “Dulan la sposa”, un testo di Melania Mazzucco per la regia di Valerio Binasco, anche interprete insieme a Mariangela Granelli e Cristina Parku. Scritto originariamente per la radio, guadagnandosi il prestigioso Prix Italia, il testo della Mazzucco, nuova produzione dello Stabile di Torino, è una storia di fantasmi e rivelazioni, un paesaggio di luci e ombre, un succedersi di interrogativi e di inesplicabili congetture, una inquietudine montante dominata dall’immagine del cadavere di una giovane. Suicidio, omicidio, violenza, casualità? Si spalanca una vicenda dai toni noir che apre squarci di verità e lascia aperti molti dubbi, come tanti frammenti di un discorso amoroso che non riescono a trovare il loro posto né una logica spiegazione.

Calamaro a Cascina

Sempre in esclusiva per la Toscana, sabato 3 alle 21, alla Città del Teatro di Cascina, va in scena “Darwin inconsolabile (un pezzo per anime in pena) ” di Lucia Calamaro che dirige Riccardo Goretti, Gioia Salvatori, Simona Senzacqua, Maria Grazia Sughi. Calamaro, fra le voci più alte e originali della drammaturgia italiana contemporanea, esibisce una scrittura agile e accattivante, scorrevole e impegnata allo stesso tempo. Una storia in cui riconoscere le nostre nevrosi, i nostri stili di vita disumanizzanti e frenetici, una storia raccontata con frizzante ironia ed empatia e, soprattutto, senza giudizio. Protagonista una madre anziana, che si finge morta per ricevere un po’ di attenzione dai figli, distratti, aggressivi, assenti. Un mondo in cui la lotta per la sopravvivenza tra madre e figli diventa lotta verbale e scontro di personalità. Potrebbe esser un monito, un richiamo, un avvertimento, una metafora. Anche una pagina di cronaca vera.

“Fratellina” a Prato

In prima assoluta da martedì 6 a domenica 11 dicembre al Fabbricone di Prato, Francesco Sframeli e Spiro Scimone presentano (affiancati in scena da Gianluca Cesale e Giulia Weber) il loro “Fratellina” (coprodotto insieme al Metastasio). Un testo che racconta una realtà che sta capitolando sotto i colpi drammatici del nostro tempo, che sembra aver completamente dimenticato i veri valori dell’umanità. Al centro troviamo due personaggi, Nic e Nac, che una mattina per migliorare la propria condizione decidono di andare alla ricerca di un posto sperduto, dove tutte le cose dimenticate si possono di nuovo ritrovare. La chiave ironica e grottesca dell’opera crea un’atmosfera lieve e giocosa, caratterizzata dalla musicalità dei dialoghi, dal ritmo, dalle attese e dall’ascolto del silenzio, di inequivocabile natura beckettiana.

“Ecuba” a Buti

Mercoledì 7 dicembre (repliche fino a domenica 11) tocca a Dario Marconcini esplorare la figura di “Ecuba”, protagonista Giovanna Daddi, nella sala di Bartolo a Buti, scosso dalle note strawinskiane della “Sagra della primavera”. Fra le molte vittime che agitano “Le troiane” di Euripide spicca la figura di Ecuba che riassume su di sé tutta la sofferenza, il dolore, la disperazione, il vuoto, l’impotenza delle donne vinte e violate dalla guerra, ridotte in catene, orfane o vedove con i beni saccheggiati, le case in fiamme, in attesa di un incerto futuro da schiave. «Lungi dal volere attualizzare questa tragedia anche se i riferimenti con l’oggi non mancano – afferma Marconcini – dobbiamo renderci conto che i versi di Euripide ci portano nella dimensione del mito, una dimensione che supera lo spazio e il tempo e ci avvicina all’eternità. Pensare a questa donna sola, vecchia, che ha perso tutto e tutti, lei che era regina, ora ferma, davanti alla distesa del mare, con alle spalle la città di Troia che brucia, le mura e le case che franano, ti fa venire a mente il vecchio Schliemann che, come un cercatore d’oro, sommuove la terra, strato dopo strato, fino ad arrivare a scoprire Troia e il suo tesoro. Ed è pensando alle testimonianze di quelle pietre, che le parole di Ecuba, come quei sassi, attraversando i secoli, arrivano a noi pregne di umanità».

Massini a Pontedera

Sabato 10 e domenica 11 a Pontedera – prima di approdare dal 14 al 18 dicembre a Firenze, sul palcoscenico della Pergola – Stefano Massini riprende in mano il suo decennale lavoro su “L’interpretazione dei sogni” di Sigmund Freud, a cui aveva dedicato anche un romanzo di successo, edito da Mondadori e tradotto in più lingue. Sulla scena, fra le note composte da Stefano Corsi ed eseguite dal vivo dal gruppo Whisky Trail, prende forma un variopinto mosaico di personaggi che, narrando i propri sogni, compongono una sinfonia di immagini e di possibili interpretazioni, in cui il pubblico si riconosce e ritrova. Stefano Massini riparte stavolta in prima persona mettendo il suo estro di narratore-mattatore al servizio di un impressionante quanto sorprendente catalogo umano.

E poi Guzzanti, Cucciari...

Segnaliamo ancora “Le verdi colline dell’Africa” di Sabina Guzzanti e Giorgio Tirabassi domani e sabato agli Animosi di Carrara, provocatorio e dissacrante tributo agli “Insulti al pubblico” di Peter Handke, seguito il 3 e 4 al Guglielmi di Massa da Geppi Cucciari alle prese con “Perfetta”, scritto e diretto dal compiano Mattia Torre (musiche originali di Paolo Fresu), un testo al femminile, ironico, sarcastico, pungente, grottesco scandito dagli inevitabili, disperati intervalli del ciclo mestruale. E ancora, dopo aver toccato Pistoia, Empoli e Piombino, dal 10 all’11, al Verdi di Pisa sbarcano “I separabili” di Fabrice Melquiot, protagonisti Alessandro Benvenuti e Chiara Caselli diretti da Sandro Mabellini, storia di due solitudini fra paesaggi immaginari e universi paralleli, vitalizzati dalle creazioni sabbiose di Gabriella Compagnone, la prima “sand artist” d’Italia.

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