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Il fiammingo che non ti aspetti

Il fiammingo che non ti aspetti

Ciclismo: il mondiale va a Evenepoel, il belga che è stato una promessa del calcio. Non ce la fa il favorito Van Aert. L’Italia si consola con il quinto posto di Trentin

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WOLLONGONG. Il Mondiale australiano di Wollongong doveva essere una questione fra belgi e olandesi, invece è diventata la passerella ideale - non la prima della stagione, a dire il vero - per Remco Evenepoel. Sul traguardo non era lui il fiammingo atteso, ma Wout Van Aert, che aveva pure rinunciato a disputare la cronometro per dosare le energie e presentarsi alla prova in linea su strada nella migliore condizione possibile. Non aveva però fatto i conti con il vincitore dell’ultima Vuelta di Spagna, che si è presentato a questa rassegna iridata nelle migliori condizioni fisiche. Da 10 anni un belga non conquistava l’oro nella gara più ambita (dove peraltro vanta il maggior numero di trionfi): l’ultimo a riuscirsi fu Philippe Gilbert, che s’impose nella provincia del Limburgo, in Olanda.

Evenepoel, all’epoca, aveva solo 12 anni; oggi, dall’altra parte dell’Europa, è toccato a lui indossare la maglia iridata che, come egli stesso ha affermato, «pur essendo la mia seconda, non si può certo paragonare a quella della categoria Juniores». Come dargli torto?Evenepoel ha vinto da grande corridore qual è, staccando tutti e presentandosi con oltre 2’ di vantaggio sul traguardo, al culmine di una gara tiratissima e caratterizzata dal ritiro del principale rivale dei belgi, l’olandese Mathieu Van der Poel, arrestato - e poi rilasciato - nelle prime ore della mattina australiana, dopo un alterco notturno con dei vicini particolarmente rumorosi. L’olandese, vincitore dell’ultimo Giro delle Fiandre, si è ritirato dopo una trentina di chilometri, lasciando campo libero ai belgi. Evenepoel (che tra l’altro vanta un passato da calciatore nell’Anderlecht e nella Nazionale under 17 del Belgio), scattando a 30 chilometri dall’arrivo, ha fatto il vuoto e tagliato il traguardo in perfetta solitudine, lasciando al francese Christophe Laporte la medaglia d’argento e al padrone di casa Michael Matthews solo il bronzo. L’Italia resta sommersa dai rimpianti e non può consolarsi con il quinto posto di Matteo Trentin, perché il bergamasco Lorenzo Rota ci aveva provato nelle ultime fasi della gara - scattata da Helensburgh - e a lungo ha lottato almeno per una medaglia con Lutsenko, Schmid e Jensen. Ottavo Alberto Bettiol. Il successo di Alessandro Ballan a Varese nel 2008, con Damiano Cunego secondo, resta l’ultimo. Evenepoel ha suggellato una stagione fantastica, l’incidente che quasi lo uccise nel Lombardia del 2020, mentre inseguiva Vincenzo Nibali in discesa, è sempre più un ricordo. «E’ bellissimo chiudere con una vittoria come questa una stagione tanto lunga e importante», le parole di Evenepoel. Escono a testa bassa lo sloveno Tadej Pogacar e il francese Julian Alaphilippe, che sognava il tris iridato.

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