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Prato, conto salato per la nuova scuola Pier Cironi: costerà 3 milioni in più

di Paolo Nencioni

	Il cantiere della scuola Pier Cironi
Il cantiere della scuola Pier Cironi

Approvata una perizia suppletiva e concessa una proroga di tre mesi. Il Comune mette mano al portafoglio

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PRATO. La parola chiave è “perizia suppletiva”. Succede spesso nei lavori pubblici ed è musica per le orecchie di chi deve realizzarli e incassarne il compenso, un po’meno per chi deve pagare, quasi sempre gli enti pubblici e alla fine tutti i contribuenti. Significa che durante i lavori c’è stato un imprevisto e il costo dell’opera lievita. È successo anche per il più oneroso intervento tra quelli finanziati a Prato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, l’ormai famoso Pnrr: quello per la costruzione della nuova scuola elementare e media Pier Cironi (con annessa palestra) in viale della Repubblica. In origine doveva costare 16 milioni e invece ne costerà 19. Il finanziamento Pnrr resta lo stesso, cioè 11 milioni. Il resto ce lo mette il Comune.

La genesi

La storia inizia nel giugno 2018, quando viene approvato il progetto di fattibilità che prevede lavori per 10 milioni e 600mila euro. Tre anni dopo, nel luglio 2021, quando vede la luce il progetto definitivo, il costo è già salito a 13 milioni e 100mila euro. A dicembre 2022 arriva il progetto esecutivo, senza variazioni di costi, e l’11 agosto 2023 l’appalto viene aggiudicato alla Fidea Appalti Pubblici srl con sedi a Roma e Milano, che offre un corposo ribasso del 20,13%. Il totale dei lavori è 10 milioni e 762mila euro, ma poi bisogna considerare altri costi (soprattutto Iva, spese tecniche e imprevisti) e così il costo totale sale a 16 milioni e 66mila euro.

Ribasso record

La direzione dei lavori viene affidata allo studio Settanta7 di Torino che offre un ribasso record del 54% (e qui viene da chiedersi se qualcuno in Comune non abbia sbagliato i conti nello stabilire la base di gara) .

Il cantiere viene consegnato il 29 novembre 2023 (con un termine di 500 giorni e fine prevista il 12 aprile 2025) e i lavori procedono abbastanza speditamente per un’opera pubblica. La vecchia scuola viene demolita e al suo posto ne nasce un’altra, più bella, funzionale e inclusiva.

Ma il 1° aprile 2025, cioè a pochi giorni dalla fine teorica dei lavori, viene approvata una prima perizia suppletiva “e di variata distribuzione di spesa” che non sembra comportare un aggravio dei costi. Il ministero dell’Istruzione chiede chiarimenti e passata l’estate la perizia viene approvata. Poi accade qualcosa.

L’imprevisto

“Nel corso dell’esecuzione dei lavori – si legge in una determinazione del Servizio edilizia pubblica del Comune approvata lo scorso 22 dicembre – è emersa la necessità di introdurre modifiche e perfezionamenti alle previsioni originarie del progetto esecutivo, allo scopo di armonizzare il progetto dal punto di vista estetico e funzionale, di ottimizzare i sistemi impiantistici e di risolvere dettagli tecnici”.

La nuova perizia

L’architetto Daniele Rangone, direttore dei lavori per Settanta7, redige una seconda perizia suppletiva che prevede nuove lavorazioni. Il capitolo più doloroso per le casse pubbliche è quello degli “imprevisti”, che da solo è pari a un milione e mezzo di euro. Il risultato è un aggravio dei costi di 3 milioni tondi, da 16 milioni e 66mila euro a 19 milioni e 66mila euro.

Nella determina dirigenziale del 22 dicembre si spiega che il Comune non poteva fare altrimenti: “L’eventuale affidamento dei lavori a diversa impresa avrebbe comportato lo smantellamento del cantiere e delle relative attrezzature, oltre alla impraticabile interoperabilità dei servizi e degli impianti esistenti forniti nell’ambito dell’appalto iniziale, che sarebbe stato necessario riallestire a cura della nuova impresa, con conseguente aggravio di costi a carico dell’amministrazione comunale e inevitabile prolungamento dei tempi di conclusione dell’opera”.

Un’altra proroga

Tempi che comunque si sono già prolungati. Ora il Comune ha concesso una proroga di altri 90 giorni lavorativi all’impresa costruttrice Fidea, fissando la consegna dell’opera al 31 marzo 2026, in pratica un anno dopo l’originaria previsione del 12 aprile 2025. Se paragonato al caso della piscina olimpionica di Iolo, che al momento è ancora una buca in un campo, non è un dramma. Ma il prezzo da pagare sono quei tre milioni di euro in più: non pochi.

In pratica la società che si è aggiudicata l’appalto nel 2023 lo ha vinto proponendo un ribasso del 20% ma quello sconto è stato poi recuperato integralmente con la perizia suppletiva che fa lievitare il prezzo del 18, 75%.

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