Attentato a Sigfrido Ranucci: una delle piste porta a Prato
Segnalazione anonima punta l’indice contro un clan albanese: un ex magistrato dice di conoscere i nomi del mandante e dei due che hanno piazzato la bomba
PRATO. Porta a Prato una delle piste nelle indagini sull’attentato a Sigfrido Ranucci, il conduttore di Report, la trasmissione di giornalismo investigativo che va in onda tutte le domeniche su RaiTre. Lo scorso 16 ottobre qualcuno ha piazzato una bomba sotto l’auto del giornalista a Campo Ascolano, frazione di Pomezia, e l’ordigno è esploso pochi minuti dopo che accanto all’auto era passata la figlia di Ranucci.
Che cosa c’entra Prato in questa vicenda? La pista, una delle tante seguite dagli inquirenti, fa riferimento a una mail anonima arrivata il giorno dopo all’Antimafia di Roma da un sedicente ex magistrato albanese che dice di conoscere i nomi del mandante e dei due esecutori materiali dell’attentato. Nella missiva si parla di Artur Shehu, un facoltoso imprenditore albanese che vive a Miami, sospettato di essere a capo di un potente clan dedito al narcotraffico, gli Osmani. Secondo la segnalazione anonima i due che hanno piazzato la bomba sotto l’auto di Ranucci farebbero parte del suo giro, un clan radicato in Toscana, in particolare a Prato.
Di questa ipotesi investigativa ha scritto nei giorni scorsi Giovanni Tizian su Domani, spiegando che nella lettera anonima sono indicati i nomi dei due presunti esecutori materiali. Ancora prima Repubblica aveva rivelato che all’Antimafia di Roma erano arrivate notizie dall’Albania.
Si tratta di un’ipotesi tutta da verificare. Potrebbe essere uno spunto attendibile, oppure l’opera di un mitomane, oppure ancora un tentativo di depistaggio. Di certo sembra che l’autore della segnalazione abbia una profonda conoscenza delle dinamiche criminali albanesi. I due presunti esecutori materiali esistono davvero, ma i loro nomi non sono mai apparsi su giornali o siti web italiani. L’autore della lettera anonima dice di essere un ex procuratore albanese che in passato avrebbe ricevuto minacce con ordigni simili a quello esploso alle porte di Pomezia, ma su questo non ci sono conferme.
Di Artur Shehu è rimasta traccia a Prato in un’operazione compiuta dalla Direzione investigativa antimafia e dai carabinieri nel febbraio 2022, quando fu perquisito un hotel in viale Montegrappa e si ipotizzò che chi lo gestiva fosse un intermediario di Shehu, incaricato di riciclare in Italia i proventi del narcotraffico. In quell’inchiesta furono arrestate 45 persone all’esito di indagini cui parteciparono le forze di polizia di sette paesi europei. Il clan che farebbe capo a Shehu è conosciuto anche come il Cartello di Sinaloa, sezione di Valona (che non ha niente a che vedere col più noto cartello di Sinaloa messicano) .
Ma che cosa c’entrano Report e Sigfrido Ranucci con gli affari della mala albanese? La trasmissione di RaiTre si è occupata in passato degli interessi del Cartello di Sinaloa nell’allestimento dei Centri di permanenza per il rimpatrio aperti in Albania in seguito a un accordo con l’Italia. Basta questo per mettere una bomba sotto l’auto di un giornalista in Italia? È quello che stanno cercando di scoprire gli inquirenti dell’Antimafia di Roma. Il sedicente ex magistrato che ha inviato la segnalazione anonima invece ne è convinto: «L’attentato a Ranucci è anche un messaggio per tutti i giornalisti investigativi italiani che hanno fatto indagini su Shehu».
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