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Prato, elicottero caduto allo Sporting: «Nessun guasto, il pilota voleva atterrare»


	Alessandro Bettini accanto al suo elicottero nel giugno 2014
Alessandro Bettini accanto al suo elicottero nel giugno 2014

La Cassazione mette la parola fine alla lunga vicenda giudiziaria e la Procura sottolinea che ci sono voluti 11 anni: «Tempi inaccettabili»

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PRATO. Alessandro Bettini voleva davvero atterrare col suo elicottero sul campo dello Sporting Club di via Firenze, dove l’8 giugno 2014 si schiantò rischiando di fare del male ai frequentatori del circolo di tennis. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione al termine di un lunghissimo procedimento penale che si è concluso dopo ben 11 anni. La sentenza della Cassazione, che ha respinto il ricorso di Bettini e lo ha condannato a un anno di reclusione (pena sospesa), mette dunque la parola fine alla vicenda giudiziaria.

Secondo i giudici, non ci sono elementi per dire, come sosteneva il pilota partito da Calenzano e diretto in Versilia, che c’era stata un’avaria al motore del suo elicottero che lo aveva costretto a tentare un atterraggio di emergenza. No, Bettini voleva atterrare proprio allo Sporting per salutare gli amici, ma il suo “inchino” di schettiniana memoria finì male.

Nel dare notizia della sentenza della Cassazione, il procuratore Luca Tescaroli ha sottolineato la lunghezza del procedimento: un lasso di tempo «all’evidenza inaccettabile, pur avendo una tempistica inferiore alla media, che icasticamente denota come la criticità più grave che affligge la giustizia penale sia rappresentata dai tempi eccessivamente lunghi per ottenere una pronuncia sulla responsabilità».

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