Prato, la scomparsa di Maria Denisa Adas e il ruolo dell’avvocato: «Con la madre messaggi innocui»
Il legale amico della mamma della 30enne: «Io estraneo a questa storia». L’ultima tracciadella donna è stata lasciata dal suo smartphone alle 2,43 nella zona di via Nenni
PRATO. Il tempo è tornato a essere un nemico di chi vuole bene a Maria Denisa Adas, la trentenne romena sparita nella notte tra il 15 e il 16 maggio dopo aver alloggiato nel residence di via Ferrucci. La notizia della nuova pista del possibile sequestro di persona, emersa mercoledì sera dopo la perquisizione a casa della madre Maria Cristina Paun, non ha prodotto alcun effetto concreto. Se qualcuno ha davvero in mano Denisa, sembra non si sia fatto intimidire dalla possibilità di essere catturato e la giovane non è riapparsa.
L’ultima traccia lasciata dalla trentenne, in attesa di conferme ufficiali, è una traccia telefonica: il suo smartphone che aggancia una cella in via Nenni alle 2,43 del 16 maggio. L’orario è compatibile con quanto si è saputo finora della vicenda. Se Denisa era già stata prelevata da qualcuno, il tragitto porta verso la Declassata e poi, probabilmente, verso il casello di Prato Ovest.
Intanto, mentre anche ieri mattina un elicottero dei carabinieri ha sorvolato a lungo Prato, proseguono gli accertamenti sulla storia raccontata mercoledì da un’amica di Denisa e la figura centrale in questo caso è un avvocato che secondo la giovane avrebbe contattato la madre di Denisa dicendo di sapere che la figlia era stata rapita da un gruppo di romeni e di poter fare da mediatore, una storia che Maria Cristina Paun non aveva raccontato ai magistrati. In realtà l’amica pensa che l’avvocato sia un ex cliente respinto.
C’è in effetti un avvocato calabrese che esercita a Milano e corrisponde ad alcuni tratti di questo identikit. Raggiunto al telefono, non si nega, e spiega: «Sì, sono un grande amico della madre di Denisa, questo non lo nego, ma la figlia non l’ho nemmeno mai vista e di questa storia non so niente. O meglio, sono stato contattato da Maria Cristina Paun quando la figlia è scomparsa. Ci siamo scambiati dei messaggi e quando ho letto la notizia del coinvolgimento di un avvocato, per sicurezza sono andato a controllarli. Vi posso dire che non c’è niente di equivoco, non possono essere stati interpretati in un’altra maniera. Il tenore era del tipo “Speriamo che la trovino”, “Cerca di riposare”, cose così».
L’avvocato e la madre di Denisa si sono conosciuti anni fa quando il legale ha assistito il compagno di Maria Cristina al quale avevano sospeso la patente.
Da quanto dice, il legale avrebbe anche un alibi, se un giorno gli servisse: «Il 14 era impegnato in un processo in Sardegna, poi sono andato in Calabria, in quei giorni non avrei nemmeno potuto assistere la madre di Denisa. Le ho consigliato di farsi aiutare e comunque di rivolgersi ai carabinieri. La figlia, ripeto, non l’ho mai neanche vista. Insomma, non sono io l’ipotetico cliente ossessionato da un rifiuto. Penso che l’amica della figlia possa essere stata presa dall’emotività o aver sentito delle storie».
Quanto all’ipotesi che esista un altro avvocato in questa storia, il legale è propenso a non crederci. «Con la madre di Denisa ci siamo parlati, credo che me l’avrebbe detto. Lei ora sta vivendo una situazione di grande dolore ma vi posso assicurare che è una brava persona, molto corretta, e mi dispiace che sia indagata, in questo momento va sostenuta».
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