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C’era una volta il Porsche Cayenne: ora i cinesi di Prato vanno pazzi per la Tesla

di Paolo Nencioni
C’era una volta il Porsche Cayenne: ora i cinesi di Prato vanno pazzi per la Tesla

Dall’Ape 50 all’auto di Elon Musk: la parabola trentennale degli orientali abbienti

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PRATO. Dall’Ape 50 alla Tesla passando per la Mercedes e il Porsche Cayenne. È la parabola di tanti cinesi che vivono a Prato, almeno quelli che si possono permettere di spendere un po’ per comprare l’auto, una parabola che racconta molto di come e quanto è cresciuta la comunità orientale in questi ultimi trent’anni.

Tesla mania

Ora basta dare un’occhiata per le strade e non si potrà fare a meno di notare che a Prato, primo, circolano molte Tesla, l’auto elettrica prodotta dalla società di cui da 20 anni è principale azionista l’uomo più ricco del mondo, Elon Musk; e, secondo, che al volante di queste Tesla c’è spesso un uomo o una donna cinese. In che percentuale? Non esistono statistiche, ma a occhio si potrebbe dire almeno nella metà dei casi.

Le statistiche non esistono anche perché la concessionaria Tesla di Firenze, unica in Toscana, evita di entrare nel merito della distribuzione territoriale e tanto meno “etnica” dei clienti. Chi vuole comprare una Tesla deve andare da loro, nella sede non lontana dal Tenax, oppure comprarla online ma per il ritiro di solito si passa sempre dalla concessionaria fiorentina.

Status symbol

L’amore dei cinesi della classe medio-alta di Prato per la Tesla è abbastanza recente. Fino all’altro ieri non contavi nulla se non ti mettevi alla guida del Porsche Cayenne. Ora invece è quella T che fa tanto status symbol, forse anche per il fascino che emana da Musk, non proprio uno che si è fatto da solo, visto che il padre possedeva una miniera di smeraldi nello Zambia, ma insomma certamente uno che ce l’ha fatta, come aspirano a farcela tanti piccoli e grandi imprenditori cinesi di Prato.

L’auto col mirino

Se facciamo un passo indietro alla prima ondata migratoria cinese, si ricorderà che all’inizio chi arrivava dallo Zhejiang andava in giro sull’Ape 50, un mezzo che aveva almeno due vantaggi: costava poco e si poteva guidare senza patente. Ma quasi subito chi ha potuto è passato alla Ford Escort station wagon, spesso usata, anche per ragioni di carico. E di lì in poi solo auto di lusso, da mostrare ai parenti rimasti in Cina. La concessionaria Mercedes Fineschi, poi fallita, ne sa qualcosa: i confezionisti cinesi facevano la fila per andare a prendere l’auto col mirino, sempre l’ultimo modello. L’innamoramento è durato fino a quando sul mercato è comparsa la Porsche Cayenne, un must per chi voleva contare qualcosa a certi tavoli e in certe cene. Il problema è che il Cayenne, anche a prenderlo a leasing, non costa poco e consuma tanto. E così, negli ultimi due anni, ecco la Tesla, che è un simbolo di modernità, ha una bella linea, non inquina e costa anche meno della Porsche, il che non guasta. La Model 3 e la Model Y si portano a casa con meno di 50.000 euro, mentre per la Model S e la Model X bisogna sborsarne il doppio.

La tendenza

Quello che colpisce, ma non solo per gli acquisti di auto, è la propensione della comunità cinese abbiente a muoversi come un solo uomo. Ai tempi della Mercedes, tutti sulla Mercedes ignorando Bmw e compagnia bella; ai tempi del Cayenne, tutti sul Cayenne, con buona pace di Maserati e affini. Ora tutti sulla Tesla, fino a quando non arriverà un’altra auto da mostrare col sottotitolo “io ce l’ho fatta”.

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