Il Tirreno

Prato

Tribunale

Prato, la moglie tradita incolpa il marito di un reato che non ha commesso

di Paolo Nencioni
L’imputata è accusata di aver spaccato il finestrino di un’auto in sosta per dare la colpa al marito
L’imputata è accusata di aver spaccato il finestrino di un’auto in sosta per dare la colpa al marito

Trentenne a giudizio per calunnia: è stata incastrata dalle telecamere

23 maggio 2024
2 MINUTI DI LETTURA





PRATO.  Quando un marito tradisce la moglie, o viceversa, ci sono tanti modi per “fargliela pagare”. Per esempio rendergli (o renderle) pan per focaccia, oppure chiedere il divorzio.

La protagonista di un processo celebrato ieri in Tribunale non ha scelto né l’uno né l’altro, optando per una soluzione più fantasiosa, anche se ora rischia di pagarne le conseguenze sul piano penale.

Una donna di 33 anni, difesa dall’avvocato Antonio Bertei, è stata infatti chiamata a rispondere delle accuse di danneggiamento aggravato e calunnia nei confronti del marito, un uomo di un anno più giovane

Tutto è nato nell’agosto di due anni fa dalla scoperta, fatta dalla donna, che il marito l’aveva tradita. La moglie è andata su tutte le furie, ma passata la rabbia dei primi momenti ha escogitato un piano per punire in qualche modo il marito. La sera di Ferragosto è scesa in strada in via Assuero Vanni, non lontano dalla sua abitazione nella zona di Casale, e con un martello ha spaccato il finestrino a un’auto scelta a caso, una Dacia Duster. Poi ha gettato dentro l’abitacolo un documento d’identità sottratto al marito. E infine ha chiamato la polizia dicendo che qualcuno aveva spaccato il vetro di un’auto in sosta, contando sul fatto che il marito, che aveva già avuto qualche guaio con la giustizia, sarebbe stato incolpato del danneggiamento. Non aveva fatto i conti, però, con una delle tante telecamere di sorveglianza che ormai sono presenti in quasi tutte le strade. E nelle immagini riprese da quella telecamera la si vede mentre spacca il finestrino e getta il documento d’identità del marito nell’abitacolo. Così, quando la polizia è arrivata sul posto e ha fatto qualche accertamento non è stato difficile risalire alla verità.

Ecco dunque le accuse di danneggiamento e calunnia. Per quanto riguarda la prima, l’avvocato difensore ha fatto notare che, in seguito alla riforma Cartabia, il danneggiamento è punito a querela di parte, che in questo caso non è stata presentata, e dunque l’imputata andrebbe assolta. La sentenza arriverà a settembre. Intanto marito e moglie stanno sempre insieme, nonostante tutto.
 

Primo piano
La testimonianza

Giglio, carabiniere uccise una cagnolina: «Ho sparato perché avevo paura, sono dispiaciuto»

di Pierluigi Sposato