La tragedia
Vaiano, villa del Mulinaccio ancora sommersa dai detriti . Appello del sindaco: «Ritroviamoci per pulirla»
Fango e acqua nel prato del Ninfeo, nel parco, al piano terra della tinaia e nelle cantine. La giornata con i volontari è stata organizzata per domani dalla mattina fino al pomeriggio
VAIANO. La Villa del Mulinaccio è una delle vittime più illustri e preziose dell’alluvione del 2 novembre scorso. La furia del torrente che scorre a monte del complesso storico ha investito, con centinaia di metri cubi di fango e detriti, il percorso d’accesso, lo splendido prato del Ninfeo, il piano terra della tinaia, le antiche cantine (dove l’acqua ha raggiunto i due metri), lo stesso giardino e il parco della villa. L’effetto è stato disastroso e il recupero del magnifico complesso monumentale è davvero impegnativo. Sarà necessario un importante intervento di restauro architettonico. Fortunatamente almeno l’elegante piano nobile è stato risparmiato.
In queste ore un’impresa specializzata si sta occupando di rimuovere i detriti anche per garantire l’accesso agli spazi, ma non basta. Per questo il sindaco Primo Bosi con la giunta lancia un appello ai volontari. «La Villa del Mulinaccio è un bene davvero prezioso che appartiene a tutta la comunità - annuncia Bosi - domenica mattina (domani ndr), a partire dalle 9 e fino alle 16, ritroviamoci insieme per proseguire l’intervento di pulitura degli spazi della villa, adesso serve l’aiuto di tutti».
Nei giorni che sono seguiti all’alluvione – anche se la priorità era mettere in sicurezza le persone- l’amministrazione comunale, con le assessore Boni e Fioravanti, e la Fondazione Cdse ha verificato molta attenzione la situazione.
Si è proceduto con interventi tampone per evitare ulteriori danni. Oltre ai tecnici del Comune di Vaiano, per verificare la situazione e ipotizzare gli interventi, sono arrivati i funzionari della Soprintendenza e i carabinieri del nucleo tutela dei beni storico artistici.
Nelle cantine, pesantemente danneggiate, si è lavorato con le idrovore per rimuovere acqua e fango.
Intanto grazie ai volontari del Centro di scienze naturali e dell’associazione Aiuti dalla Vallata si è proceduto a ripulire dal fango gli oggetti in legno, risalenti all’Ottocento e al primo Novecento, che fanno parte della collezione etnografica della vita contadina.
Il Mulinaccio costituisce un’emergenza architettonica di grande valore a cui i vaianesi sono profondamente legati. Il Comune di Vaiano l’aveva acquistata nel 2003 per circa 2 milioni e 700 mila euro con il contributo della Provincia che aveva messo a disposizione il 30% della spesa.
La villa, oltre che dal pregio architettonico, è caratterizzata dal Parco degli alberi rari e delle essenze, creato da Giuseppe Vai, membro dell’Accademia dei Georgofili, a partire dal 1845.Il nucleo originario del Mulinaccio fu edificato tra la fine del Quattrocento e i primi del Cinquecento da Cosimo Sassetti su una precedente “casa da signore”.
Il nome deriva alla località da un antico mulino, non più esistente.