Tv Prato, la diocesi copre i debiti per 3,4 milioni. E il vescovo scrive ai pratesi
Giovanni Nerbini: «Adesso è arrivato il momento di voltare pagina»
PRATO. La diocesi per coprire le croniche perdite di esercizio di Tv Prato ha raggiunto la quota di 3 milioni e 400mila euro. Una cifra che fornisce il vescovo di Prato Giovanni Nerbini in una nota aperta alla stampa e alla città
«Credo che sulla vicenda di Tv Prato – scrive – sia necessaria un’operazione verità. È dovuta ai pratesi che sentono la tv anche propria ma anche alle giornaliste e ai giornalisti, ai tecnici e a tutti coloro che ci lavorano e che stanno dimostrando indiscussa professionalità e grande attaccamento all’emittente. Voglio dire con chiarezza che la Diocesi ha voluto salvaguardare prima di tutto l’autonomia della TV, difendendone l’indipendenza. Su questo aspetto sono pronto ad affrontare a viso aperto chiunque».
«I vescovi - aggiunge – che si sono succeduti hanno creduto nello strumento televisivo sostenendolo al pari, e forse più, delle altre attività pastorali. Negli ultimi dieci anni la Diocesi per il tramite della società Ope-fin ha sostenuto la TV con diverse e onerose misure di sostegno, dirette e indirette, per coprire le croniche perdite di esercizio che hanno raggiunto la quota di 3 milioni e 400mila euro».
La Diocesi, scrive il vescovo, quindi non si è mai tirata indietro. «Una Diocesi con un fardello debitorio già così pesante poteva permettersi un impegno così dispendioso per un servizio pur così importante e significativo? Mi sono chiesto tante volte cosa un buon padre di famiglia avrebbe risposto alla domanda. Certo in discussione non c’è mai stato il valore della Tv, la professionalità e l’impegno dei suoi dipendenti che hanno saputo dare sempre il meglio di sé. In gioco non c’era la qualità dell’informazione e dei programmi ma la sostenibilità della spesa da parte della Diocesi».
«Mi sono convinto che si dovesse trovare un’altra soluzione. Per questo si è intervenuti anche nella governance con la nomina di un nuovo presidente. Da aprile sono cominciati a maturare convincimenti che la soluzione già sperimentata otto anni fa, di aprire ulteriormente ai privati, fosse quella giusta. La soluzione che poi è stata adottata, quella dell’ingresso in Ope-Fin al 4% del nuovo socio Manuele Lo Conte, risponde a un triplice obiettivo: contribuire al processo di valorizzazione del patrimonio immobiliare della diocesi (per la maggior parte donazioni), portare risorse per il consolidamento e il rilancio della tv, dare un contributo di competenze aziendali per una più efficace gestione dell’emittente».
«Adesso – conclude il vescovo – è arrivato il momento di voltare pagina, avviare una nuova fase e di guardare a una nuova prospettiva. Con questa soluzione la Diocesi ha provveduto a mettere al sicuro la TV, permettendogli non solo di far tornare i conti, ma di guardare al futuro con un assetto aziendale solido, sempre al servizio di Prato e dei pratesi».