Prato

La ricostruzione

Prato, tentato omicidio col machete: in tre finiscono in carcere

di Pasquale Petrella
Prato, tentato omicidio col machete: in tre finiscono in carcere

Serie di aggressioni in varie parti della città lo scorso luglio. Sconosciuti i veri motivi degli agguati fra i due gruppi di uomini

16 settembre 2023
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PRATO. Aggressioni a colpi di machete e coltelli, in tempi diversi e sempre nei confronti dei componenti di un’altra famiglia di origini marocchine. Sconosciuti i “veri” motivi di queste aggressioni così violente visto che non convincono le giustificazioni date dai protagonisti che parlano di semplici diverbi familiari. E i precedenti penali di alcuni di loro, in realtà , lascerebbero supporre che ci fosse una faida per il controllo del territorio.

In tre, di 20, 30 e 31 anni sono finiti in carcere con le accuse di tentato omicidio, lesioni, rapina, tentate lesioni e minacce aggravate.

Ad accendere i riflettori su questa faida fra i marocchini è stato l’episodio più grave del 28 luglio scorso quando tre uomini (quelli che ora si trovano i carcere) fermano la loro auto in via Strozzi all’altezza della piazzetta e armati di machete rincorrono e colpiscono ripetutamente un loro connazionale, prima sulle braccia poi in testa. L’uomo cerca di scappare ma viene raggiunto e colpito ancora prima di essere rapinato della collana d’oro, del telefono cellulare e del portafogli, e lasciato in una pozza di sangue. A soccorrerlo per primi i famigliari e poi il 118 col trasporto del ferito privo di conoscenza ma non in fin di vita. Tanto che in ospedale gli daranno una prognosi di trenta giorni. La polizia avvia le indagini e raccoglie le immagini delle telecamere della vicina Banca che ha ripreso tutta la scena. Ma la svolta arriva due giorni dopo quando i famigliari del ferito telefonano al numero del cellulare che gli era stato portato via e in risposta ricevono minacce di morte da uno degli aggressori. A questo punto si presentano in questura e sporgono denuncia non solo per quelle minacce ricevute ma anche per altri due episodi che hanno visto altri componenti della famiglia venire aggrediti. E denunciano che il 17 luglio uno di loro sarebbe stato affrontato da due dei tre arrestati in via Pomeria, quando erano scesi di sella da un motorino e armati di machete avevano cercato di colpirlo ma lui era riuscito a schivare i colpi e a fuggire. Quello stesso giorno l’aggressione invece riesce nei confronti di un altro componente la famiglia che, individuato per strada, viene travolto con lo scooter e poi colpito sulle braccia a colpi di coltello. Avrà un referto medico di 15 giorni di prognosi. Ed infine viene denunciato un altro episodio quando in via Santa Trinita uno degli arrestati minaccia uno degli “avversari” mostrandogli il machete che portava alla cintura. Per gli uomini della squadra mobile coordinati dai pubblici ministeri Vincenzo Nitti e Massimo Petrocchi, sotto la supervisione del procuratore capo facente funzioni, Laura Canovai, inizia il lavoro di riconoscimento dei tre uomini e la loro ricerca. Uno dopo l’altro vengono individuati e arrestati su ordine di custodia cautelare controfirmato dal gip Leonardo Chesi. L’ultimo in ordine di tempo viene fermato dall a Polizia municipale a Chiesanuova dopo un inseguimento perché alla guida di un auto di grossa cilindrata rubata.


 

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