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Prato

In aula

A capo di una setta, accusato di violenza sessuale: la procura chiede 12 anni

A capo di una setta, accusato di violenza sessuale: la procura chiede 12 anni

Matteo Valdambrini, il 23enne di Montemurlo che aveva convinto i suoi adepti di essere il diavolo, è stato condannato a 6 anni di reclusione

29 marzo 2023
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PRATO. La procura generale ha chiesto 12 anni di reclusione al processo d'appello a Firenze per Matteo Valdambrini, studente universitario 24enne accusato di essere a capo di una setta e di aver costretto i suoi adepti a subire atti sessuali, dopo averli convinti di essere il “Diavolo”. La sentenza dovrebbe arrivare il 24 maggio. In primo grado, Valdambrini, anche arrestato nel 2020, era stato condannato a 6 anni di reclusione per 5 episodi di violenza sessuale ma era stato assolto dal più grave reato di riduzione in schiavitù.

L’accusa iniziale ricostruiva abusi a quattro persone. Ma altre vittime hanno trovato il coraggio di farsi avanti e in poco tempo il loro numero è più che triplicato aggravando la posizione di Matteo Valdambrini, difeso dagli avvocati Sigfrido Fenyes e Pier Nicola Badiani. Per gli investigatori della mobile di Firenze e dello Sco, avrebbe persuaso gli adepti di averli scelti per salvare il mondo. Per convincerli della sua sedicente superiorità e porli in uno stato di soggezione psicologica al fine di abusarne, avrebbe anche elaborato un rituale di resurrezione, inscenando uno strangolamento da parte di un sodale, al termine del quale si rialzava da terra fingendo di rimettersi a posto il collo.

Almeno in un caso sarebbe arrivato anche a usare una bambola per fare dei riti voodoo, allo scopo di far morire la madre di una delle sue adepte. I suoi seguaci erano spesso giovani in condizioni di notevole fragilità psicologica, con problemi di isolamento, solitudine, talvolta depressione. Li aveva individuati con ricerca mirata, tramite passaparola in ambienti a lui contigui. “Agganciati” e attirati in trappola, gli adepti erano costretti a sottostare ai riti con inganni e minacce di morte, verso loro stessi e verso i loro familiari. In un caso, avrebbe convinto una ragazza ad avere un rapporto con lui dicendole che in caso contrario la sua sorellina di sette anni e i suoi genitori avrebbero perso la vita. Il “diavolo” era anche capace di trasformarsi, attraverso una pratica che chiamava shifting, in altre creature, impostando il timbro della voce.

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