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Fotovoltaico? Sì ma di distretto. Ecco il progetto di Prato Invest

di Ilenia Reali
Fotovoltaico? Sì ma di distretto. Ecco il progetto di Prato Invest

La società di Confindustria sta discutendo di un investimento di gruppo. Intanto si cercano mille soluzioni e si pensa al ritorno all’olio combustibile

04 ottobre 2022
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PRATO. Olio combustibile denso da utilizzare nelle caldaie che con investimenti di poche migliaia di euro possono essere modificate, pannelli fotovoltaici da installare sui terreni adiacenti alle fabbriche o addirittura campi per la produzione dell’energia in altre città o regioni. Gli imprenditori pratesi, tra ritorno al passato con combustibili più innovativi– ma di fatto abbandonati da anni – o con investimenti nel fotovoltaico da inserire nei bilanci all’ultimo momento ne stanno provando un po’ di tutte. Con una consapevolezza: manca il tempo necessario se Stato e Regioni non tagliano la burocrazia per le autorizzazioni.

«Per fare un investimento in pannelli fotovoltaici servono uno-due anni ma a queste condizioni siamo morti tutti»: Ivo Vignali titolare della rifinizione Vignali e della tintoria MaVi, oltre 100 dipendenti, non mette tempo in mezzo e stila un elenco delle spese energetiche che fa rabbrividire. «La bolletta dellì energia elettrica – dice – ora è 190mila euro contro i 40mila euro di un anno fa, il gas 700mila euro anziché 60mila (per lui a partire da ottobre quando è entrato nel libero mercato), depurazione da 217mila euro a 640mila euro con la previsione di ulteriori aumenti». «Lavoro dal 1954 e non ho mai visto niente di simile», aggiunge con amarezza.

Intanto Confindustria Toscana Nord prova a trovare una soluzione che vada parallela alle richieste al governo e all’Europa. La prossima settimana si riunirà il consiglio di amministrazione di Prato Invest, una società legata all’associazione industriali nata per stimolare gli investimenti, per parlare di un nuovo progetto, una società di scopo formata dagli imprenditori che vorranno aderire (tra i capofila c’è Riccardo Matteini del gruppo Colle e presidente della sezione rifinitori) per realizzare un «campo energetico». Il progetto è ancora embrionale ma l’obiettivo è produrre energia elettrica in luoghi anche al di fuori del distretto tessile per poter avere “crediti”. Un’esperienza che già era stata portata avanti in passato in Maremma proprio quando Matteini era presidente di Prato Invest.E se c’è chi prova a creare dei gruppi di investimento c’è anche chi come Leandro Gualtieri è lì che attende di veder approvato il progetto della sua Filpucci. «Abbiamo stanziato un investimento da 400mila euro per installare pannelli fotovoltaici accanto allo stabilimento, a Campi. Purtroppo l’iter e la burocrazia non ci fanno andare spediti per il fatto che installiamo sul terreno. Avremmo voluto farlo sul tetto ma non possiamo perché non sarebbe in grado di reggere il peso di un’intelaiatura necessaria vista la conformazione del fabbricato». Numerosi imprenditori hanno già investito nelle energie rinnovabili con gli incentivi degli anni passati ma nella maggior parte dei casi la produzione di energia non è sufficiente a rendere autonoma la produzione. Le iniziative delle aziende della filiera hanno quindi applicato dei ticket energetici. Oltre a Vignali («Sono stato costretto con la scadenza del contratto a fine m: i costi sono altrimenti insostenibili») anche la rifinizione Cambi. «Impossibile fare altrimenti – spiega Silvia Cambi – anche perché le risposte ad eventuali investimenti dovrebbero arrivare subito e nessuno di noi ha tempo. Per fortuna gli ordini di ci sono e lavoriamo molto anche se con costi alti».

Conferma che arriva da un altro imprenditore Sandro Ciardi che bene conosce il mondo delle rifinizioni e dei lanifici. «La filiera applica i ticket energetici, i lanifici fanno fatica a vendere. Al momento non c’è un telaio fermo ma con i listini raddoppiati cosa accadrà? Lo dico io: il caos, se non cambia qualcosa».
 

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