I residenti si ribellano: «Basta spaccio in centro»
Pronto un esposto destinato a prefetto, questore e sindaco: «La situazione è ormai di emergenza, servono più controlli»
PRATO. Via Firenzuola, via Luigi Muzzi, i vicoletti del centro storico sono ormai ostaggio di sbandati che a ogni ora del giorno e della notte spacciano sostanze stupefacenti come se niente fosse. Immagini che, purtroppo, si vedono in larga parte del centro. I residenti sono stanchi e arrabbiati per questa situazione che va avanti da troppo tempo. E quanti abitano fra via Firenzuola (meglio conosciuta come via del Pesce) e via Muzzi hanno intenzione di presentare un esposto da inviare alla prefettura, alla questura e al sindaco per chiedere maggiori controlli delle forze dell’ordine, perché adesso la situazione è fuori controllo.
«La cosa che ha dell’incredibile – commentano alcune persone che abitano in via del Pesce – è che lo spaccio e il consumo di droga avviene anche sotto le finestre del palazzo comunale: una parte dell’edificio si affaccia infatti proprio in piazzetta del Pesce. Non solo: anche sugli scalini del Comune (sotto il loggiato in piazza del Comune davanti a Palazzo Pretorio, ndr) abbiamo visto con i nostri occhi persone che “si facevano”. Tutto questo avviene nel cuore del centro storico, non in una via periferica dove non passa nessuno. Fanno come vogliono, sapendo che se vengono beccati da polizia o carabinieri il giorno dopo sono di nuovo a piede libero».
Una situazione lamentata nel centro storico della città, dove non è una novità lo spaccio di droga sembra aumentare ogni giorno sempre di più. «Ora la situazione è davvero scappata di mano – commenta Ferruccio Bogani, residente di una delle strade del centro –. Gli spacciatori non hanno timore di spacciare anche alla presenza dei passanti e questo avviene pure nel pomeriggio. Ci vogliono controlli giornalieri da parte delle forze dell’ordine, perché così la situazione è diventata insostenibile. Se vengono pizzicati da carabinieri o polizia il giorno seguente sono di nuovo fuori, e qui si presenta un problema a livello giudiziario». Dai racconti dei residenti, in via del Pesce regna il caos. Gli spacciatori sfrecciano anche coi monopattini e guai a riprenderli se vanno troppo forte o se visti mentre cedono una dose, sono capaci di tornare indietro e minacciare chi ha avuto la dabbenaggine di dire loro qualcosa. Sputano a terra, urinano dove capita: il vicolo della Lupa è diventato un vespasiano a cielo aperto. «Inoltre – aggiunge Bogani – di sera gli spacciatori, in preda anche ai fumi dell’alcol, diventano violenti e non mancano le risse». E poi bottiglie di vetro spaccate contro il muro per poi utilizzare quel che resta come arma per minacciare qualche “collega”. A dimostrazione delle tesi dei residenti anche l’episodio qualche sera fa, quando un giovane ha piazzato una sdraio in via del Pesce vicino a piazza Duomo e comodamente vi si è messo seduto. «Piazza Duomo è il bronx, gente che bivacca a ogni ora del giorno e della notte. Il decoro è un lontano miraggio», dice sconsolato Giuseppe Senatore che vive in una delle strade del centro. In effetti la piazza è così da anni con gente che staziona sui gradini della fontana del Papero e su quelli dell’ex Stella d’Italia. Ora non c'è più nessuno sugli scalini del Duomo, ma solo per la presenza delle impalcature.
«In via Muzzi – aggiunge Senatore – sono pochissimi i negozi rimasti. Mentre sono tanti i fondi sfitti. In alcuni di questi ci sono degli spazi, delle rientranze prima di accedere a quello che era l’ingresso, che vengono utilizzati per bucarsi. Ormai – prosegue il residente – gli spacciatori non hanno limite, si sentono liberi di fare ciò che vogliono. C’è bisogno di un controllo costante da parte delle forze dell’ordine. Perché non c’è solo lo spaccio, ma ci sono le minacce, le risse, le urla di questi soggetti fino a tarda ora». Non è mancato il caso di un’auto, parcheggiata in via del Pesce, che è stata danneggiata a seguito di una rissa. Alcuni di coloro che vivono in affitto in centro stanno prendendo in considerazione l’ipotesi di andare ad abitare in periferia, perché stufi di questo stato in cui versa il cuore della città. l
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