Case solo per rom? E Fratelli d’Italia ne blocca l’accesso
Iniziativa provocatoria dopo la delibera del Comune di Prato Il consigliere regionale Donzelli, con l'ex assessore Gianni Cenni e Cosimo Zecchi, mette i lucchetti al cancello
PRATO. Allucchettata la casa colonica che l'amministrazione comunale vuole trasformare in sei appartamenti destinati all' emergenza alloggiativa dove potrebbero essere ospitati anche cittadini di etnia rom. Il gesto estremo è stato fatto da Giovanni Donzelli, consigliere regionale di Fratelli d'Italia con Gianni Cenni e Cosimo Zecchi esponenti del partito a livello cittadino.
«Chiudiamo il cancello di accesso a questa proprietà comunale – ha spiegato Donzelli – ridaremo alla giunta di Matteo Biffoni le chiavi del lucchetto soltanto quando cambieranno la delibera di giunta di assegnazione degli alloggi. Come minimo devono garantire le stessi possibilità di accesso anche ai cittadini pratesi».
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A indispettire fratelli d' Italia la dizione “in particolare Rsc” (rom e sinti camminanti ndr) che dovrebbe essere cambiata con “tra cui” , una modifica secondo Donzelli non formale ma sostanziale. Cenni e Donzelli hanno anche attaccato uno striscione al cancello della canonica per ricordare a tutta la città che la priorità alloggiativa deve essere per i pratesi e che i soldi regionali devono essere utilizzati per gli italiani. «Questa delibera rasenta la follia – ha ricordato il consigliere regionale – e soprattutto incita al razzismo- siamo pronti a qualsiasi gesto compiuto nei limiti della legalità, tra queste anche la possibilità di scendere in piazza o far entrare nelle case italiane che hanno bisogno di un tetto».
Intanto Gianni Cenni, che è stato assessore all' urbanistica nella precedente giunta, puntualizza che «durante il nostro mandato abbiamo cercato di realizzare case di edilizia sociale, ma siamo stati osteggiati dalla Regione, ora arrivano 680 mila euro per costruire case destinati ai rom».
Non solo l'opposizione politica alla giunta Biffoni mostra insofferenza, ma anche la famiglia Gacci che da sei generazioni vive in via Reggiana, poco distante dal sottopasso che porta a Vergaio.
«Per anni in questa casa abbandonata sono venuti a dormire dei senza fissa dimora - spiega Francesco Gacci – siamo riusciti a far recintare la struttura e a farla ammettere in sicurezza, ma da sette anni combattiamo per avere una strada decente che consenta l'ingresso nella nostra proprietà. Con la realizzazione delle opere di urbanizzazioni del centro commerciale il cancello che utilizzavamo per uscire di casa è diventato inutilizzabile. Ora senza fatica sono stati trovati i soldi per la realizzazione di appartamenti».