Prato, incendio in fabbrica al Macrolotto: 7 morti
L'incendio in un capannone in via Toscana. I corpi tra le macerie dei loculi di cartongesso dove gli operai dormivano. Enrico Rossi: "Qui niente diritti umani"
PRATO. I letti in fabbrica si sono trasformati nelle loro bare per una strage avvenuta nel nome del denaro. Sette operai cinesi sono bruciati vivi in un incendio che nella mattinata di domenica Primo dicembre ha distrutto un'azienda tessile gestita da orientali in via Toscana, nella zona industriale di Prato. I vigili del fuoco continuano ancora a cercare tra le macerie. E mentre si prosegue anche nella messa in sicurezza del capannone, la Procura si appresta ad aprire un fascicolo per omicidio plurimo.
Le fiamme si sono sviluppate, per cause ancora da accertare, ma probabilmente accidentali, intorno alle 7 e solo dieci ore dopo si è potuto chiudere un bilancio ancora forse provvisorio. In serata i morti portati all'obitorio dell'ospedale erano cinque uomini e due donne, una sola delle quali è stata identificata dal marito. Il sindaco Roberto Cenni ha proclamato il lutto cittadino mentre il presidente della Regione, Enrico Rossi, sostiene che "questa tragedia l'abbiamo sulla coscienza tutti. Occorre andare più a fondo nella denuncia della più grande concentrazione di lavoro nero in Italia. Siamo sotto la soglia dei diritti umani". Il rogo nella confezione di via Toscana è, infatti, la sintesi di un quadro di illegalità e lavoro nero tanto diffuso nella Chinatown pratese. Tra le reazioni anche quella del ministro Cecile Kyenge. Ecco il suo tweet.
San Benedetto del Tronto: pluralismo religioso e integrazione Mio pensiero per tragedia #Prato vicinanza alle vittime
— Cécile Kyenge (@ckyenge) 1 Dicembre 2013
Sette i morti tra le fiamme. Le fiamme si sono sviluppate, per cause ancora da accertare, ma probabilmente accidentali, intorno alle 7 e solo 10 ore dopo si è potuto chiudere un bilancio ancora forse provvisorio. Al momento i morti portati all'obitorio dell'ospedale sono cinque uomini e due donne, una sola delle quali è stata identificata dal marito. Erano da poco passate le nove e da due ore la confezione cinese stava bruciando in questo angolo dove, uno dietro all'altro, sfilano le insegne dai nomi italiani delle aziende dove il made in Italy viene confezionato dalle piccole mani veloci degli immigrati orientali. Spesso in condizioni ai limiti della schiavitù.
VIDEO: L'INCENDIO CHE HA DEVASTATO LA FABBRICA
L'incendio ha devastato un’azienda, la "Teresa Moda", nella zona industriale del Macrolotto cinese (MAPPA). Al momento, come detto, sono sette - cinque uomini e due donne, secondo fonti investigative - gli operai della ditta trovati morti all'interno della fabbrica. Altri due sono invece rimasti gravemente ustionati e sono stati trasportati all’ospedale. Una giovane donna è rimasta ferita ma in maniera più lieve. L'incendio, dopo ore di lavoro da parte dei vigili del fuoco, è stato spento mentre proseguono le operazioni di rimozione delle macerie e di ricerca di eventuali altri dispersi.
Sul posto anche il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, insieme a Adriano Sofri e al sindaco Roberto Cenni.
VIDEO: IL SINDACO CENNI FUORI DALLA FABBRICA BRUCIATA
VIDEO: ENRICO ROSSI SUL LUOGO DELLA TRAGEDIA
VIDEO, L'ASSESSORE ALDO MILONE: A PRATO C'È UN'EMERGENZA
FOTO: L'INCENDIO E I SOCCORSI - LE BARE E IL LAVORO DEI VIGILI
Il primo cadavere e l'operaio che grida aiuto. Intorno alle nove è stato estratto il primo cadavere, un uomo grosso con il volto e i piedi anneriti dal fumo. Indossava una tuta-pigiama felpata con colori mimetici. Una specie di divisa, scopriremo dopo, quando arriveranno le prime immagini di un altro operaio che con la stessa tuta grida aiuto ai soccorritori e cerca di indicare loro dove possono trovarsi altri sue colleghi all'interno dell'inferno di fuoco che si è scatenato nella fabbrica. L'uomo raccontava ai soccorritori che all'interno non era solo. In quei momenti si pensava che a dormire in quel luogo misto di casa e lavoro c'erano in cinque al massimo sei persone. Secondo la polizia, stando alle testimonianze raccolte, all'interno del capannone ci sarebbero state una decina di persone, tutte di nazionalità cinese. Sono tuttora in corso le ricerche all’interno del capannone per verificare l’eventuale presenza di altre persone e per recuperare tutti i cadaveri. I vigili del fuoco si stanno facendo spazio con piccole macchine movimento terra per arrivare nei punti dove il fuoco è ancora attivo. Sul posto si trova anche il pm di turno della procura di Prato.
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L'allarme dato da un passante. A chiamare per primo i vigili del fuoco è stato un passante che poco prima delle 7 ha notato la colonna di fumo. Ad avvisare i soccorritori che all'interno dell'azienda c'erano altre persone, invece, sono stati altri dipendenti che sono riusciti a mettersi in salvo. Le fiamme hanno causato il crollo di una parte del fabbricato che sarebbe stato adibito a dormitorio: piccoli ambienti ricavati con pareti di cartongesso e dove probabilmente si trovavano a dormire i tre uomini trovati morti.
Secondo alcune testimonianze raccolte tra i cinesi arrivati sul posto all'improvviso all'interno della fabbrica si è sentita puzza di gas. Ciò avvalorerebbe l'ipotesi che all'origine dell'incendio ci sia stato un problema a una bombola del gas. Il figlio del titolare avrebbe tentato quindi di far uscire tutti dalla fabbrica, ma non ci sarebbe stato il tempo. Alcuni testimoni parlano del coinvolgimento di un bambino che sarebbe rimasto leggermente intossicato: non sarebbe stato portato in ospedale.
VIDEO: IL DRAMMA DEI SOCCORSI
Uno dei morti ha provato a sfondare le sbarre della finestra. Al momento si può solo dire che da una prima e non definitiva conta della tragedia, probabimente le persone erano di più. Sette a ora i morti, due i feriti gravi (presentano ustioni e segni di intossicamento da fumo, sono ricoverati nel reparto di Rianimazione), una donna ferita lievemente. I due feriti sono i titolari dell'azienda, mentre il bambino coinvolto sarebbe figlio di uno dei due. Il piccolo, 4 anni, successivamente sarebbe stato portato dai parenti all'ospedale, visitato e poi dimesso.
Tra le vittime, il primo operaio è sicuramente morto avvelenato dal fumo. Lo hanno estratto intorno alle 9 dalle macerie della fabbrica andata in fiamme. Aveva solo una mano e un piede con i segni delle ustioni. Per gli altri non si può ancora dire come la morte li abbia colti. Uno degli operai morti nell'incendio ha tentato di mettersi in salvo rompendo il vetro di una finestra del capannone ma ha trovato delle sbarre di ferro a bloccare la via di fuga. Il suo corpo è stato trovato nell'unica parte del soppalco dove c'erano i "loculi" che non è crollata. Il corpo è stato trovato con un braccio fuori dalla finestra, tra le sbarre dell'inferriata. Gli altri cadaveri sono stati recuperati tra le macerie del soppalco crollato.
Zero controlli in quella fabbrica. La fabbrica produceva abiti pronto moda e quindi nel capannone c'erano materiali altamente infiammabili, come stoffe e plastiche. La ditta era infatti specializzata nel pronto moda: la lavorazione non avveniva quindi con macchine tessili ma utilizzava tessuti sintetici e cellophane per confezionare gli abiti, tutti materiali che hanno facilitato il propagarsi delle fiamme. Secondo il comandante della polizia municipale Pasquinelli la ditta andata a fuoco non era mai stata controllata.
Dei "loculi" come dormitorio. I corpi delle vittime sono stati trovati schiacciati dalle macerie dei cunicoli di cartongesso simili a palafitte costruiti sfruttando l'altezza del capannone dell'azienda Teresa moda. Niente di raro in questa periferia industriale di Prato dove ufficialmente risiedono 30mila orientali, quasi tutti originari della città di Wenzhou. Da numerosi controlli effettuati in questi ultimi anni è emerso che questa vita per gli immigrati cinesi è consuetudine: sotto le macchine da cucire, sopra i letti e in un angolo cucine improvvisate e alimentate da bombole di gas.
E anche in questo caso, appunto, c'erano nello stanzone della fabbrica dei loculi sopraelevati, tutti in fila lungo una parete del capannone. Lì con ogni probabilità si trovavano, costruiti in cartongesso ma anche in semplice cartone per dividere i diversi ambienti. La struttura sopraelevata, raggiungibile con una scala, era realizzata nella porzione di capannone occupato dall'azienda: il capannone andato a fuoco ospitava infatti anche altre ditte. Non è escluso che per riscaldare il dormitorio ci fosse una stufa elettrica, anche tenuto conto delle temperature basse di questi giorni.
Dopo il primo cadavere, nelle ore successive, altri due corpi sono stati trovati all'interno del fabbricato, nella zona in cui si trovavano i dormitori della fabbrica che sono crollati. Non è ancora chiaro se gli altri siano riusciti a mettersi tutti in salvo ed anche per questo i vigili del fuoco continuano a cercare, durante le operazioni di spegnimento, tra le macerie. Intorno alle 13 è stata trovata una quarta vittima. Alle 13,45 la quinta. Alle 16 la Asl ha dato notizia di una sesta e di una settima vittima.
Sul posto anche il proprietario italiano dello stabile. La confezione cinese era in affitto. A luglio erano bruciati altri tre pronto moda cinesi. Le aziende coinvolte erano state la Lenovo, Up Girl e Abc: in quel caso per fortuna al loro interno non c'era nessuno.
VIDEO / 3: LE OPERAZIONI DEI VIGILI DEL FUOCO
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