Prima l’infarto, poi il salasso al portafoglio

La storia di un operaio tessile costretto a spendere 500 euro all’anno: il farmaco non è più gratis

12 aprile 2013
3 MINUTI DI LETTURA





PRATO. Prima la batosta della malattia, poi la scoperta di dover prendere dei medicinali improvvisamente diventati a pagamento. Questa è una storia di sacrifici per tirare avanti e di medicinali che vengono a gravare sui budget familiari.

C’è un operaio tessile di 58 anni colpito da infarto alla vigilia di Pasqua che, fortunatamente, non ha lasciato complicazioni fisiche. A complicarsi però d’ora in poi saranno i bilanci familiari di Enrico Lai: colpa dello status di cardiopatico che lo obbliga a ricorrere a un farmaco della classe Omega 3, uno di quelli non più rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale dal primo marzo scorso.

Ora per il Seacor – questo il nome del farmaco – serve la ricetta “bianca” e il signor Lai, costretto a stare in convalescenza a casa con un certificato di malattia, ha bisogno di assumerne una compressa al giorno, per un totale di due scatole al mese. Salato il conto che il paziente deve presentare in farmacia, nonostante sia da pochi giorni entrato nella fascia di esenzione dal ticket per patologia: una confezione di venti pasticche costa quasi 20 euro. Portafoglio alla mano, la spesa si aggira intorno ai 500 euro all’anno. E il signor Lai non è uno che se la può permettere, con una moglie a carico, disoccupata dal 2010 (lavorava in una roccatura) e due figli idraulici che lavorano a singhiozzi: in particolare, uno di loro, in cassa integrazione in deroga, deve ancora riscuotere gli stipendi di novembre e dicembre.

«Ci è stato detto che non esistono farmaci generici equivalenti e che il Seacor è stato tolto dalla convenzione dal primo marzo scorso», racconta la signora Mimma, moglie di Enrico. Ci tiene a denunciare l’ingiustizia, la beffa dei farmaci Omega 3 (tra cui il Seacor, appunto), quelli che si prescrivono per la prevenzione secondaria nel paziente colpito da infarto del miocardio. Una cura indispensabile e destinata a protrarsi nel tempo.

«Non sappiamo quanto la malattia di mio marito lo obbligherà a stare a casa – continua la signora Mimma - Stipendio decurtato e ora anche la spesa di questo medicinale. Come faremo con quasi 800 euro di rata di mutuo ogni mese? Non vorrei ritrovarmi a chiedere una mano ai servizi sociali».

Da pochi giorni il signor Lai rientra tra i 55.048 esenti registrati dall’Asl 4 per patologia e invalidità ma il Seacor è escluso dalla convenzione del Servizio sanitario nazionale dopo che l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), a fine febbraio, aveva diramato una nota sulla limitazione alla rimborsabilità dei farmaci Omega 3.

«E’ bruttissimo trovarsi di fronte a queste situazioni, ovvero avere difficoltà a pagare medicine di cui non si può fare a meno – conclude la signora Mimma - Immagino che altre persone si trovino nella nostra stessa condizione».

Maria Lardara

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo piano
Amministrative 2023

Ballottaggi, la Toscana va ancora a destra. Al Pd più voti, ma non i sindaci

di Luca Gasperoni
Le iniziative