Materasso griffato per i ricchi cinesi La sfida di Magniflex
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Uno showroom nello stabilimento della Magniflex a Capalle 4 MINUTI DI LETTURA
PRATO. Quello in fibre d'oro a 22 carati aveva fatto nel 2007 il giro del mondo. Roba da ricchi per pochi pezzi pregiati da 24mila euro l'uno. Ma ora si punta ancora più in alto, strizzando l'occhio ai marchi di lusso per regalare un riposo da favola ai più facoltosi clienti della Grande Muraglia. Il materasso che sfornano gli stabilimenti pratesi dello storico Gruppo Magni (la Alessanderx spa è titolare del marchio) profuma di storie imprenditoriali di successo, ed è il morbido rifugio notturno per 30 milioni di persone in 70 paesi del mondo. Quello che fa parte dell'ultima collezione "bed&lines" entrerà prossimamente nelle camere da letto di tanti ricchi cinesi. E sarà un autentico gioiello, perché insieme alla linea di biancheria da letto, asciugamani e accappatoi, si fregerà dello scudo rosso della Tonino Lamborghini con cui l'azienda di Capalle, nelle saldi mani di Giuliano Magni e dei suoi tre figli (Marco, Alessandro e Fabrizio), ha siglato di recente un accordo per entrare nel mercato asiatico: il materasso con lo scudo rosso a base di silver, carbonio e tessuti termoregolatori sarà infatti venduto in 520 negozi della catena cinese De Rucci International Business. Così, mentre nel distretto pratese si punta il dito contro la concorrenza cinese interna, la famiglia Magni fa affari sui materassi di lusso con la Terra del Dragone dove è sbarcata quasi dieci anni fa. Non sono certo tutte rose e fiori, quando c'è da guidare una nave di 120 persone e, per dirla con Marco Magni (amministratore unico di Alessanderx spa), «in tempi di crisi la preoccupazione è di non perdere quote di mercato piuttosto che aumentare i profitti». Nel frattempo l'azienda fondata nel 1962 da Bruno Magni macina fatturati (94 milioni di euro nel 2010) e gli 8.500 materassi che escono quotidianamente dallo stabilimento di Capalle arrivano sul mercato italiano grazie alla rete in franchising di Materassi&Materassi. Eppure, nonostante questi numeri da brividi, Marco Magni non si sente una "mosca bianca" nel distretto. Non ci sono ricette né segreti per andare avanti. A pochi chilometri dalla sede di Capalle c'è un colosso del distretto che scricchiola come il Gruppo Sasch. E questo fa riflettere Magni: «Bisogna avere sempre sott'occhio l'azienda di famiglia e sapere dove sta andando, senza mollarla un attimo: io e i miei fratelli entriamo a lavorare alle 6 di mattina e alle 20 rientriamo a casa. Con Prato il legame familiare è forte: qui abbiamo i dipendenti e i fornitori. Il radicamento sul territorio pratese ci ha accreditato ormai come ambasciatori del "made in Tuscany" nel mondo». E a Prato la produzione di materassi muove un indotto tra servizi e fornitori di materia prima, un circuito formato da una ventina d'imprese, 300 addetti e 180 milioni di fatturato. Negli ultimi venti anni è iniziata l'avventura sui mercati esteri: Cina, Europa dell'Est, Medio Oriente e Asia, con showroom a New York (in occasione dell'inaugurazione di quest'ultimo è stato lanciato il materasso d'oro a 22 carati), Tokyo, Cipro, Singapore, Dubai, Praga, Kiev e Manila. «Ultimamente - spiega Magni - stiamo investendo in azienda per ottimizzare i costi di produzione. Reggere con questi numeri non è facile ma ci conforta il successo delle vendite in tutto il mondo». Obiettivo: spingere sui mercati esteri, grazie anche a una rinnovata stagione di buoni rapporti in famiglia. La guerra fra i fratelli Giuliano e Franco Dino è ormai acqua passata. Dopo l'uscita di quest'ultimo, la famiglia ha fatto quadrato intorno al nuovo leader Giuliano che ha messo in mano il "tesoro" ai suoi tre figli per continuare un'avventura fruttuosa. Maria Lardara SCATTANO I DIVIETI Le polveri oltre i limiti PRATO. Lunedì scorso nelle stazioni di rilevamento della qualità dell'aria di via Roma e via Ferrucci, è stato superato il limite di concentrazione media giornaliera delle polveri sottili, il cosiddetto Pm10. A partire, quindi, da oggi entreranno in vigore, sino a successiva revoca, i provvedimenti previsti dall'ordinanza comunale per ridurre le emissioni in atmosfera. I bus rimangono a pagamento. Dovrà invece essere ridotto da 12 a 10 ore l'orario di funzionamento degli impianti di riscaldamento, ad esclusione degli impianti installati negli edifici adibiti ad ospedali, cliniche o case di cura o assimilabili, e la temperatura massima deve essere abbassata di un grado da 20ºC a 19ºC. E' confermato il divieto di circolazione disposto per i mezzi non catalizzati ed euro 1 diesel.