Infermiera intossicata per la caldaia difettosa: condannato il tecnico installatore
L’artigiano dovrà risarcire una donna di Volterra per l’incidente del 2016: lo ha deciso il Tribunale di Pisa
VOLTERRA. Danni gravissimi, a causa della cattiva installazione (e manutenzione) della caldaia: è il drammatico destino di un’infermiera di Volterra che nel marzo 2016 rimase intossicata dalle esalazioni del monossido di carbonio. Ora – a distanza di oltre nove anni dal fatto – il giudice civile del Tribunale di Pisa ha condannato in primo grado l’installatore dell’apparecchio a rifondere alla signora quasi 250mila euro.
La relazione decisiva
Il punto centrale del processo è ruotato sulla causa della fuga di gas e sulle responsabilità dell’artigiano. Decisiva è stata, in questo senso , la relazione tecnica redatta dai Vigili del fuoco su incarico della procura di Pisa nel procedimento penale (terminato con un patteggiamento).
Secondo il documento, la fuoriuscita di monossido di carbonio fu causato dal sifone nello scarico della condensa: in sostanza i fumi della caldaia entrarono proprio in questo sifone, anziché nel sistema di evacuazione. Per di più, la tubazione della condensa aveva tre aperture che provocarono l’immissione del monossido nell’ambiente.
Il fatto
La vigilia di Pasqua del 2016 la donna, all’epoca 34enne, fu ritrovata senza coscienza da un amico che era stato allertato dai parenti con i quali non era più entrata in contatto. Seguì un lungo periodo di ricovero e di riabilitazione che le permise di tornare al lavoro (con altre mansioni) ma lasciandole comunque gravi danni.
Nell’istruttoria è emerso inoltre che l’impianto, installato a fine 2014 era stato collaudato a dicembre 2015 e a marzo 2016 – pochi giorni prima dell’incidente – era stato fatto un ulteriore intervento per un’anomalia. È probabile che la fuoriuscita di monossida avvenne in occasione del primo utilizzo della caldaia a pieno regime: nelle settimane precedenti, infatti, il riscaldamento era stato garantito da un camino.