Pontedera, la lettera di un padre: «Per un dettaglio mio figlio autistico escluso dalla mensa della materna»
I genitori del bambino avevano chiesto una deroga per fare pranzare il figlio a scuola fin da subito senza aspettare cinque giorni dalla richiesta di poco tardiva della famiglia: «Episodio temporaneo ma dal forte impatto emotivo»
PONTEDERA. Dopo le proteste di alcune famiglie per l’esclusione dei loro figli dall’asilo nido nonostante la domanda di riconferma presentata nei termini, sempre a Pontedera si verifica un altro caso di esclusione (anche se temporanea) stavolta dalla mensa di una scuola materna, subita da un bambino di 6 anni affetto da autismo e grave disabilità. A segnalare l’accaduto è il padre.
«Negli ultimi tre anni, grazie alla collaborazione tra insegnanti, cucina scolastica e famiglia, mio figlio ha potuto usufruire di un percorso educativo inclusivo, anche sul fronte alimentare, rispettando le sue esigenze legate alla selettività tipica di molti bambini nello spettro autistico – racconta il genitore – Quest’estate ci siamo trovati a dover affrontare molte decisioni importanti per il futuro di nostro figlio: cambi di centri terapeutici, visite specialistiche, raccolta di documentazione e numerose riunioni con professionisti e scuola. In questo frenetico periodo ci siamo dimenticati di rinnovare l’iscrizione alla mensa, un dettaglio che, presi da molti passaggi burocratici, ci è veramente sfuggito. Nostro figlio ha iniziato l’anno scolastico il 15 settembre, ma nessuno ha segnalato per quasi due settimane la mancanza di iscrizione fino a venerdì 26 settembre, quando abbiamo provveduto immediatamente online, ricevendo conferma protocollata della richiesta effettuata. Abbiamo immediatamente contattato l’ufficio scuola del Comune, chiedendo di evitare che fosse escluso».
È a questo punto che si palesa una rigidità burocratica. La mensa sarebbe partita ieri, ma il bambino non ha potuto mangiare coi compagni. Lo potrà fare solo con l’inizio di ottobre. «Ci è stato risposto che i tempi per l’attivazione della mensa sono di cinque giorni e che, per ragioni di sicurezza e tutela dei bambini, non possono essere ridotti – spiega il padre – Abbiamo anche informato l’assessore Francesco Mori e il sindaco Matteo Franconi, purtroppo senza esito positivo. Lunedì 29 settembre, infatti, ci è stato comunicato che nostro figlio non poteva usufruire del servizio mensa. Comprendiamo le motivazioni legate alla sicurezza, ma l’effetto concreto è stato quello di escludere nostro figlio, anche se per soli due giorni, dal servizio mensa, creando un disagio reale e significativo a lui in un momento, invece, importante di condivisione. Questo episodio, seppur breve, ha un impatto emotivo forte su un bambino (e anche sulla famiglia) che ha già bisogno di sostegno costante. Ma soprattutto di una routine che non subisca improvvisi cambiamenti» come portarlo a casa per pranzo per poi riaccompagnarlo a scuola.
«Ritengo importante condividere questa esperienza non per polemica, ma per stimolare una riflessione su come la burocrazia, anche rispettosa delle regole, possa tradursi in esclusione concreta di chi ha più bisogno di tutela – sottolinea il genitore – Chiedo alle istituzioni e alla comunità di considerare strumenti più flessibili e percorsi di attenzione particolare per i bambini con disabilità, in modo che episodi simili non accadano ad altri bambini e famiglie. Ogni bambino merita di sentirsi accolto, sicuro e valorizzato, anche nelle piccole azioni quotidiane come un pasto a scuola».
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