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San Miniato, nuove indagini sulla strage del Duomo: riesumata la salma di Volpini. In campo anche il "detective" delle esplosioni

di Nilo Di Modica

	Il Duomo di San Miniato, teatro della strage del 22 luglio del 1944
Il Duomo di San Miniato, teatro della strage del 22 luglio del 1944

Analizzati i resti della giovane deceduta durante il massacro del 1944. È l’ultimo tassello di un percorso che da anni sta portando avanti il comitato “Giuseppe Gori”

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SAN MINIATO. Strage del Duomo, c’è un nuovo tassello da mettere a posto. A farlo ci sta pensando il comitato “Giuseppe Gori” di Cigoli, che lo scorso 3 settembre, dopo un procedimento non facile sul piano amministrativo, ha assistito alla riesumazione dei resti di Vittoria Volpini, giovane donna deceduta sul colpo in occasione della strage. Era questa, infatti, l’ultima frontiera di un’analisi dettagliata delle tracce, delle schegge, delle traiettorie e di quant’altro potesse dare nuove risposte sui fatti del 22 luglio 1944. Indagine che lo storico comitato da almeno quattro anni sta portando avanti con una collaborazione inedita con Danilo Coppe. L’esplosivologo e consulente di indagini fra le più importanti e delicate d’Italia, comprese quelle su Moby Prince, Ustica, Piazza della Loggia e stazione di Bologna, si era messo a lavoro con alcuni tecnici mesi fa su invito proprio del Comitato, con tanto di sopralluoghi all’ombra della Rocca.

Analisi, studi, ricostruzioni di traiettorie basandosi su tutti gli incartamenti, le testimonianze e le poche foto a disposizione sulla San Miniato di quei giorni. Studio utile ad accendere nuove luci sui fatti e dare, almeno, un quadro più dettagliato di come si svolsero gli eventi, ma che difficilmente avrebbe potuto essere decisivo senza analisi sui resti dei corpi.

«I consulenti nominati dal Comitato hanno cercato fra i resti le eventuali schegge dell’ordigno che ha provocato la strage. La strategia del consulente Coppe è quella di effettuare un’analisi metallografica su tali frammenti per stabilire, oltre ogni ragionevole dubbio, se si è trattato di ordigno prodotto in Germania o negli Stati Uniti – spiega in una nota il presidente Giampiero Montanelli –. Inoltre, sono stati prelevati campioni da avviare ad un’aggiornata analisi chimica, per stabilire, dove possibile, anche la tipologia di esplosivo. Lo stesso Coppe, insieme al Ris dei carabinieri, ha in passato ottenuto risultati innovativi e rivoluzionari nell’attribuzione della natura dell’esplosivo impiegato ad esempio nella strage di Bologna del 2 agosto 1980, proprio anche grazie ad una esumazione».

Tempo fa, il Comitato si era reso protagonista di un accorato appello alle famiglie delle 55 vittime di quei fatti, che da oltre 80 anni spaccano duramente l’opinione pubblica sanminiatese. «Una richiesta delicata, lo comprendiamo», dissero in quell’occasione i membri del comitato, «ma decisiva nello stabilire una volta per tutte la verità sui fatti».

Verità che com’è noto, a San Miniato, è stata duplice, tedesca o americana, per molti anni affacciata in tutte e due le sue versioni sulla parte frontale del palazzo comunale. Ora le indagini, complesse sul piano chimico e fisico, richiederanno con molta probabilità vari mesi. «Una ricerca che non sarebbe stata possibile – aggiungono dal Comitato – senza il prezioso lavoro dei Frati Minori Conventuali di Foligno, dell’amministrazione comunale di San Miniato, del personale del Comune e delle ditte incaricate fattivamente dei lavori».

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