La ricostruzione
Offesa e strattoni al baby calciatore, l’allenatore caccia il suo dirigente: il caso in Toscana
Dopo un fallo, il genitore di un giocatore è entrato in campo e si è avvicinato all’avversario: fatto uscire anche il figlio
CASCIANA TERME LARI. C’è un piccolo scontro di gioco, in campo, che comporta un fallo. Il padre di uno dei baby calciatori, nonché dirigente della società ospite, entra sul tappeto verde e prende per un braccio il giocatore della squadra di casa coinvolto nell’azione “incriminata”. Dopodiché lo avrebbe anche appellato con un epiteto poco piacevole. Ecco, dunque, che l’allenatore fa uscire il babbo dal campo e sostituisce il figlio. «Certe cose – dice la mamma di uno dei compagni di squadra del ragazzino strattonato, presente sugli spalti durante la partita – sono inqualificabili e non devono più succedere». Ma andiamo con ordine.
La ricostruzione
È sabato pomeriggio, 3 maggio, e al campo del Picchi a Livorno si svolge la partita tra Orlando Calcio e Casciana Terme. «Era un torneo a quattro squadre – racconta la mamma, di cui non riveliamo l’identità per tutelare il figlio minore – e quella era l’ultima partita». A un certo punto, durante il match, succede qualcosa. «Un uomo appartenente allo staff del Casciana è entrato in campo e si è posizionato di fronte a un ragazzino dell’Orlando. Poi, come ha raccontato il giocatore a fine partita, si sarebbe rivolto a lui chiamandolo “immigrato di m...”». L’uomo dello staff sarebbe anche il padre del calciatore del Casciana coinvolto poco prima in uno scontro di gioco con fallo. Una volta raggiunto il campo avrebbe preso il giocatore dell’Orlando, che aveva appunto avuto un alterco sportivo col figlio, per un braccio. Salvo poi venir immediatamente accompagnato fuori dal campo dal suo stesso allenatore che, nel dubbio, ha anche deciso di sostituire il figlio.
La società
«Il Casciana Terme – fanno sapere dalla società sportiva, contattata dal Tirreno per avere delucidazioni su quanto accaduto durante la partita – prende le distanze da questo tipo di comportamenti, che non sono tollerabili». Dello stesso avviso è d’altra parte chi ha assistito alla scena. «Una bella giornata di festa dedicata a ragazzi di 12-13 anni – ha detto la mamma di uno dei baby calciatori in campo – si è trasformata in una vergognosa giornata di sport. Certe situazioni inqualificabili non devono più accadere».