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Orentano, uccise la vicina di casa di 29 anni: sentenza confermata ma senza l’aggravante dei futili motivi

Orentano, uccise la vicina di casa di 29 anni: sentenza confermata ma senza l’aggravante dei futili motivi

La Cassazione condanna a 24 anni Francesco Lupino: autore del femminicidio di Khrystyna Novak, morta nella notte tra il primo e il due novembre 2020

05 novembre 2023
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Castelfranco Nessuna aggravante è stata riconosciuta per il femminicidio di Khrystyna Novak, la 29enne, di origini ucraine, uccisa dal vicino di casa nella notte tra il primo e il due novembre 2020 a Orentano con un colpo di pistola alla testa. Anche senza la sussistenza delle circostanze aggravanti, la Cassazione, investita del caso su ricorso presentato (l’udienza è del 3 novembre) dall’avvocato Antonio Bertei, difensore dell’imputato, ha confermato per l’autore del delitto, Francesco Lupino, la condanna a 24 anni di reclusione pronunciata dalla Corte d’Assise d’appello che gli aveva ridotto la pena di cinque anni rispetto ai 29 anni stabiliti in primo grado. Francesco Lupino, 51 anni, tatuatore fiorentino, a lungo residente ad Altopascio, puntava a una ulteriore riduzione della pena che non c’è stata ma che, secondo il suo avvocato, «apre altri scenari in fase di esecuzione della pena, in quanto l’omicidio diventa volontari. Condannato per omicidio volontario ma senza aggravanti. Vedremo le motivazioni». Lupino, che per mesi ha nascosto il terribile segreto oltre al cadavere della donna, è stato condannato per occultamento di cadavere e detenzione illegale di armi. Fino a quando, avendo intuito che ormai la polizia lo aveva scoperto, era crollato in una drammatica confessione videoregistrata in questura, davanti al pm Egidio Celano, «Volevo solo spaventarla. Khrystyna mi aveva minacciato, dicendo che avrebbe detto alla mia compagna che frequentavo altre donne e che facevo di nuovo uso di cocaina. Non volevo perdere la mia donna a cui avevo promesso di aver smesso con la droga. Ho estratto la pistola e premuto il grilletto, ma non pensavo che fosse carica». La scena: un piccolo corridoio della villetta dove la vittima abitava. Lupino non si era sottratto a raccontare una versione fantasiosa sulla scomparsa della donna, dopo avere nascosto il corpo in un casolare, rischiando di fare cadere i sospetti sul compagno della donna Airam Negrin Gonzalez. Quest’ultimo si era messo in affari con Lupino per questioni di droga. Quando l’imprenditore aveva deciso di chiudere ogni rapporto con Lupino quest’ultimo lo aveva denunciato alla polizia che lo aveva arrestato per detenzione di armi e hashish.

A quel punto Khrystyna diventò il suo bersagliol

S. C.

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