Il Tirreno

Pontedera

Il caso

«Acqua contaminata dai rubinetti», ma a Santa Maria a Monte gli anziani sventano la truffa

di Nilo Di Modica
«Acqua contaminata dai rubinetti», ma a Santa Maria a Monte gli anziani sventano la truffa

In due si spacciano per falso carabiniere e addetto di Acque Spa

25 febbraio 2023
3 MINUTI DI LETTURA





SANTA MARIA A MONTE. «Hanno capito la truffa e li hanno cacciati». È la storia (in parte) a lieto fine capitata a due anziani di San Donato di Santa Maria a Monte due giorni fa. Una storia come ce ne sono tante, purtroppo, che inizia con due perfetti sconosciuti che bussano alla porta spacciandosi per ciò che non sono.

«Si sono presentati in due, qualificandosi come carabiniere e funzionario delle Acque – raccontano la figlia della coppia di ultra 80enni vittima del tentato raggiro. – Hanno convinto i miei genitori ad aprire dicendo che c’era un grosso problema legato all’acquedotto e alla presenza di amianto nelle acque, una cosa da controllare subito. Probabilmente avevano sbirciato i nomi dei campanelli della strada, perché chiacchierando sulla porta hanno snocciolato anche il nome dei vicini dicendo che si erano recati anche da loro. Alla fine li hanno fatti entrare».

I due, una volta in casa, hanno probabilmente anche diffuso una sostanza. «In casa c’è un odore molto strano, evidente che si sente subito – racconta la donna –. Non abbiamo ancora capito se è stata spruzzata per allentare le difese dei miei genitori o per convincerli che effettivamente c’era un problema ai rubinetti». Fatto sta che i due truffatori hanno raccontato una storia che purtroppo i carabinieri (quelli veri) hanno sentito tante volte. Per sapere “se c’è amianto nell’impianto” e “intervenire” c’è bisogno di utilizzare una misteriosa sostanza, che rischia però di danneggiare tutto l’oro presente in casa. È qui che, fingendo anche di avere il numero di un familiare e di parlarci al telefono, hanno tentato di convincerli a tirare fuori tutto l’oro e metterlo in frigorifero unico posto “sicuro”, a detta loro, per non danneggiarlo durante “l’intervento”.

È a questo punto che il marito ha cominciato a sospettare qualcosa. «Ha notato che quello che si era qualificato come carabiniere era parecchio trasandato – dice ancora la figlia –. Mio padre è andato alla porta di casa per controllare che ci fosse la volante dei carabinieri, con cui i due avevano detto di essere arrivati. Quello vestito da carabiniere ha anche cercato di impedirgli di guardare dalla finestra, cercando in tutti i modi di farlo rimanere in cucina». Notata l’assenza dell’auto di servizio dell’Arma, prima l’anziano e poi la moglie hanno cominciato a non collaborare, chiedendo insistentemente ai due di uscire di casa. «Ripensandoci, hanno corso un bel rischio – prosegue la figlia della coppia –. I due, vedendosi scoperti ed essendo già in casa, avrebbero potuto reagire in maniera assai diversa».

Fortunatamente la cosa si è conclusa senza traumi. I truffatori sono usciti. Ma sono riusciti a prendere un braccialetto in oro che era in casa, in un punto non nascosto.

Al momento, insieme allo spavento, quest’oggetto rappresenta l’unico vero danno dell’intera vicenda, che si è conclusa con i due che sono stati visti andarsene con un’altra persona a bordo di un’auto. Segno che probabilmente avevano anche un complice che li aspettava vicino all’abitazione. L’intera vicenda è stato poi riferita ai carabinieri che, come sempre, rammentano ai cittadini di stare molto attenti a chi bussa alla porta qualificandosi come tecnici, soprattutto se parlano di interventi e controlli da fare in casa. In questi casi, una telefonata ai veri carabinieri per chiedere conferme, è doverosa.


 

Primo piano
L’omicidio

Uccisa Flavia Mello, la confessione del 34enne: «Sì, sono stato io». L’incontro finito nel sangue e il giallo sul movente

di Sabrina Chiellini
Sportello legale