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Il caso

Pontedera, suolo pubblico: commerciante stangato. «La burocrazia si accanisce sempre con chi crea posti di lavoro»

di Tommaso Silvi
Pontedera, suolo pubblico: commerciante stangato. «La burocrazia si accanisce sempre con chi crea posti di lavoro»

Imposta per il suolo pubblico pagata con sei giorni in ritardo: la rabbia del titolare dell’attività

23 febbraio 2023
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PONTEDERA. Sei giorni di ritardo nel pagamento della tassa sul suolo pubblico e mille euro di multa. È la situazione che denuncia Simone Bucchi, 30 anni, titolare della pizzeria Voluttà Lieviti e Colori, in via Primo Maggio. «Dal Comune – racconta Bucchi – mi è stato detto che il pagamento è stato effettuato con sei giorni di ritardo e quindi devo pagare la sanzione». Sia chiaro, se c’è una legge va rispettata. E lo sa bene anche Simone, che però aggiunge: «Mi sembra assurdo che non si possa adottare il minimo criterio di flessibilità nei confronti di chi, con la propria attività, prova a incentivare l’arrivo in città di persone che provengono anche da fuori comune. Passiamo le giornate a studiare i menù, la disposizione dei tavoli, l’offerta musicale, e poi per meno di una settimana di ritardo nel pagamento di una rata da 415 euro me ne ritrovo mille di multa da pagare. È assurdo».
La storia
Il percorso di Simone nella ristorazione parte da lontano. Dopo aver fatto il pizzaiolo dipendente in vari locali, Bucchi si è messo a studiare il lato gourmet dell’alimento che racconta l’italianità nel mondo da sempre. Quindi, nel 2019, il grande salto. Ristruttura un fondo commerciale in via Primo Maggio, di fronte a piazza Belfiore. «Era il sogno della mia vita – spiega – e ho dovuto affrontare diversi sacrifici per poter aprire il mio locale». Passano i mesi, arriva la pandemia, si blocca il Paese. Ma Simone resiste. «È stato un periodo infernale – ricorda – tra le norme che cambiavano in continuazione e la difficoltà enorme nello stare al passo coi vari decreti del governo. Nonostante tutto ci siamo rimboccati le maniche, ci siamo dati da fare con l’asporto, tentando di farci conoscere nel periodo peggiore. E ce l’abbiamo fatta». Voluttà funziona, e Simone decide di raddoppiare. Il 30 agosto del 2022 apre la Schiacciateria, in corso Matteotti, a due passi dalla chiesa del Crocifisso. Oggi dà lavoro a cinque persone, più altre quattro che arrivano in rinforzo nei fine settimana. «Facciamo del nostro meglio per fare felici i clienti. Ma la lotta con la burocrazia è terribile, e questa sanzione ne è la dimostrazione».
Il caso
Simone paga il suolo pubblico per l’installazione di un dehor dal 1 aprile al 30 settembre 2022. Il totale sfiora i 3.500 euro. «Il pagamento avrebbe dovuto essere suddiviso in rate mensili – continua il giovane imprenditore –, ma dopo alcuni mesi di “silenzio”, a settembre mi è arrivata una richiesta di pagamento di 2.965 euro. Praticamente tutte le rate insieme tranne l’ultima. Ho pagato regolarmente nonostante, come è facile capire, non sia esattamente la stessa cosa spalmare una quota su più mesi e ritrovarsi con 3mila euro da pagare tutti insieme». Ma non finisce qui, perché in questi giorni Simone ha trovato un’altra sorpresa nella cassetta delle lettere. A scrivergli è Ica (Imposte comunali affini, nda), il soggetto al quale si appoggia il Comune per la riscossione di una parte dei tributi, compresa quella relativa all’occupazione di suolo pubblico. «Nella lettera c’è scritto chiaramente che devo pagare 415 euro per la rata finale, ma anche 1.014 euro per il ritardo nel pagamento della stessa. Dal Comune – spiega – mi è stato risposto che anche se il ritardo è di soli 6 giorni non fa differenza. Devo pagare e basta».
Delusione
Simone è deluso e chiude con uno sfogo: «La burocrazia italiana troppo spesso sembra voler penalizzare chi prova a fare impresa. Sto dando l’anima per portare avanti il mio sogno, ma ogni giorno è una corsa tra gli ostacoli eretti dalle stesse istituzioni che dovrebbero tutelare me e i posti di lavoro che ho creato».
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