Quelle donne con una marcia in più
Un ventaglio di sogni realizzati al centro del convegno al Museo Piaggio
PONTEDERA. Ricordare i sogni di quelle bambine “con una marcia in più”, che hanno fatto scelte di vita alternative, verso la scienza e lo studio. È questo lo spunto che ha funto da filo conduttore del convegno “Donne, scienza, tecnologia, linguaggio”, organizzato ieri pomeriggio al Museo Piaggio dall'associazione Rosa Digitale, movimento di pari opportunità per le donne nella tecnologia. Un ventaglio di storie e sogni realizzati, di obiettivi strategici ed equilibri costruiti senza rinunciare a niente, né carriera né famiglia, che hanno visto interventi di alcune delle maggiori eccellenze dell'accademia toscana e non solo. Perché «quel coraggio che ha accompagnato alcune nel momento di scegliere la propria carriera nel mondo della scienza deve diventare patrimonio comune», come ha detto la presidente dell'associazione Marina Belli. Storie raccontate dalle protagoniste di vari ambiti di studio nel contesto delle nuove tecnologie, una volta riconosciute culturalmente come appannaggio maschile ed oggi, invece, avanguardia di riequilibrio dei generi. Personalità come Maria Chiara Carrozza, già ministro dell'Ìstruzione ma prima di tutto esperta di neuro-robotica, o come Enza Spadoni e Cecilia Laschi, rispettivamente responsabile trasferimento tecnologico dell'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna ed esperta di “soft robotics”, robot costruiti con materiali morbidi e deformabili in grado di interagire col corpo umano. O, ancora, personalità come quella della pontederese esperta di robotica applicata alla chirurgia Arianna Menciassi, che confessa: «Ho scoperto l'interesse per fantascienza e tecnologia a poco a poco, da sola, già in ambito universitario». Il tutto corredato da contributi sullo studio dei generi e della filosofia politica, come quello di Anna Loretoni, della Scuola Sant'Anna, o della lingua nel caso di Cecilia Robustelli, collaboratrice dell'Accademia della Crusca. «Noi donne dobbiamo sempre più dare il meglio di noi stesse per dimostrare che il nostro impegno qualifica. In settori d'avaguardia come la bioingegneria le percentuali di ragazze sono alte. In altri settori possono essere necessarie quote rosa - ha detto Carrozza -. Di questi esempi hanno bisogno le ragazze di oggi, contro l'involuzione di questi anni legata alla crisi del welfare». L’iniziativa si è conclusa Ci sarà poi una degustazione proposta da una "Donna del vino", Nadia Negro dell'Azienda agricola Fattorie Toscane (villa Toscanelli) di Pontedera.
Nilo Di Modica