Regole anti aggressioni per gli autisti dei bus
La Ctt detta norme di comportamento allo scopo di evitare liti
PONTEDERA. Tutti i giorni sugli autobus di linea, in particolare su quelli che accompagnano gli studenti a scuola e alla fine delle lezioni li portano di nuovo a casa, succede un po’ di tutto.
I mezzi sono vecchi, insufficienti, lasciano gli utenti a terra, si incendiano: basta leggere le cronache degli ultimi mesi per avere un’idea del caos.
Le situazioni di contrasto tra passeggeri e il personale della Ctt, sempre più esasperato, sono piuttosto diffuse durante le corse effettuate a Pisa città, come in tutta la provincia, anche in altri orari che non siano strettamente collegati agli ingressi e alle uscite da scuola. Gli utenti che salgono sui bus senza pagare sono una costante e non sono solo gli stranieri. Così come le arrabbiature dei genitori che protestano con l’autista di turno perché i bus sono troppo affollati o perché lasciano i ragazzi per la strada. Gli autisti hanno chiesto in più occasioni all’azienda di lavorare in sicurezza. La risposta quale è stata?
Un ordine di servizio, a firma di un ingegnere, ricorda ai dipendenti che devono evitare in ogni modo “lo scontro fisico” e chiamare le forze dell’ordine. E subito dopo devono informare il diretto superiore.
Insomma, la risposta alle richieste di maggiori tutele da parte di autisti e sindacati è stata una specie di vademecum di psicologia. La missiva i dipendenti l’hanno trovata allegata alla busta paga. E non è un anticipo sulla tredicesima. È un documento che ha spiazzato la maggior parte dei lavoratori.
Prima regola: l’autista, anche se a bordo ci sono discussioni, non deve lasciare la postazione di lavoro, né perdere la calma. E questo anche quando salgono utenti senza biglietto, oppure ci sono ragazzini scalmanati che spingono per conquistare un posto a sedere, che spesso non riescono a trovare. Per non parlare della costante borseggiatori che metterebbe a dura prova anche un santo.
Insomma, è vietato (ma dovrebbe sapersi anche senza il vademecum) usare termini minacciosi. Vietati atteggiamenti negativi. Si consiglia di fare gesti lenti. E di assumere una posizione rilassata.
L’autista deve «stabilire un contatto verbale, cercando di usare frasi brevi e dal contenuto chiaro».
L’azienda poi invita il personale a non polemizzare o a contestare quello che l’utente dice. Meglio «usare una comunicazione in positivo, non esprimere giudizi, usare un tono calmo e lento, non amichevole ma professionale facendo attenzione a non usare termini che possono essere come ironici o sarcastici». In poche parole, questo è il messaggio, usare il buonsenso.
Ci sono anche ulteriori suggerimenti per gli autisti che devono «posizionare il corpo, quando parlano, in modo da essere laterali (il volante è centrale, l’interlocutore per forza di cose dovrebbe essere laterale, ma forse questo suggerimento vale per i verificatori) rispetto all’interlocutore, tentare di essere allo stesso livello, mantenere una giusta distanza».
E per finire si chiede di tenere «braccia distese e mani aperte» come consigli per la comunicazione non verbale.
Nel frattempo, però, l’azienda non prende provvedimenti seri per far pagare il biglietto a tutti gli utenti.
«Gli autisti, sottoposti al rischio di aggressioni, chiedono di essere difesi, ma questa, purtroppo, è stata la risposta», dice Antonio Mazza, sindacalista della Filt Cgil
Alcuni conducenti da tempo chiedono di avere più sicurezza sui bus, personale in borghese che controlli e un abitacolo che garantisca una guida più sicura, senza doversi preoccupare dei baby bulli o dei borseggiatori di turno.
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